giovedì 12 novembre 2015

LA FRANCIA DELLA EGALITE’ ERA UNO STATO SCHIAVISTA. LEGGETE SOTTO.


Fonte: http://venetostoria.com/page/9/

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1791 – Ad Haiti, scoppia la rivolta degli schiavi. Guidati da un sacerdote voodoo, decine di migliaia di schiavi si sollevarono. Non solo uccisero molti bianchi ma distrussero le aziende, che rappresentavano lo strumento dell’oppressione. Boukman, il capo dei ribelli, morì a novembre, e la sua testa fu esibita a Cap Français, ma la lotta non si fermò. Al comando della rivolta subentrò Toussaint L’Ouverture.
Egli si alleò quindi con les gens de couleur e maroons, i cui diritti erano ora stati revocati dal governo francese, spaventato dalle rivolte. Le forze di Toussaint ebbero la meglio sull’esercito coloniale francese. La rivolta costituisce un’importante tappa nella lunga storia dell’abolizione della schiavitù. (In fondo potrai vedere un tributo a Toussaint L’Ouverture con sequenze tratte dal film “Amistad” di Steven Spielberg) Sul finire del ‘700, Haiti il cui nome era allora Saint-Domingue, era la «più bella colonia del mondo» e, per questo, un inferno di orrore schiavista.
Grande quasi quanto l’Irlanda, divisa fra la Francia e la Spagna, Haiti stava all’economia settecentesca dello zucchero e del cotone un po’ come il Bahrein e il Kuwait stanno a quella novecentesca del petrolio: una fonte apparentemente inesauribile di ricchezza, estratta con brutalità assoluta tanto nei confronti della terra quanto nei confronti di quella merce umana importata dall’Africa talmente a buon mercato che era più conveniente ammazzare uno schiavo irrispettoso e comprarne un altro che adattarsi a tollerarlo. slave2Ma anche su questa isola spira sul volgere del secolo il vento della libertà e della rivoluzione. Gli Stati Uniti hanno appena conquistato l’indipendenza; e la madrepatria francese è nel pieno della sua grande rivoluzione.
In una Francia rivoluzionaria dove la borghesia rivendica la libertà e le masse proletarie parigine spingono per l’uguaglianza, la questione della schiavitù è la cartina di tornasole su cui si misura la verità della rivoluzione. Dopo tutto, le navi cariche di schiavi all’andata e di zucchero al ritorno sono di proprietà dei grandi borghesi rivoluzionari di Nantes; e persino i bianchi e mulatti schiavisti di Haiti si identificano con la repubblica. Nelle piantagioni e nelle montagne di Haiti, come più tardi in Virginia e in Georgia, furono proprio gli schiavi – analfabeti, appena arrivati dall’Africa, trattati da subumani e semiselvaggi – a incarnare, a portare fino in fondo e a rendere possibili quei valori di libertà che i loro padroni rivendicavano per sé fingendo di ritenerli universali.
Dalla rivolta degli schiavi di Haiti emerse una personalità di grande rilievo: François-Dominique-Toussaint, detto Toussaint L’Ouverture. L’importanza storica di Toussaint consiste soprattutto nell’aver saputo trasformare una rivolta di schiavi in una rivoluzione, in un progetto politico. La sua posizione è espressa perfettamente nella seguente affermazione: « Ho preso le armi per la libertà di quelli del mio colore, [libertà] che solo la Francia ha proclamato, ma che nessuno ha il diritto di annullare.
La nostra libertà non è più nelle loro mani, ma nelle nostre. Noi la difenderemo o periremo » slave3Nato schiavo nel 1743, ma affrancato nel 1776, Toussaint si era unito alle file dei rivoltosi dell’agosto 1791, divenendone ben presto il capo. Dopo lunghe lotte vittoriose contro Spagnoli, Inglesi e Francesi, con l’avvento al potere di Napoleone nel 1802 fu ripristinata la schiavitù. Toussaint fu catturato con l’inganno e venne incarcerato in un forte sui monti del Giura, dove morì meno di un anno dopo (7 aprile 1803), affranto dalla sconfitta e logorato dalla durezza delle condizioni carcerarie. Il trattamento riservato a Toussaint e le notizie provenienti dalle altre colonie rivelarono che i francesi volevano imporre il ritorno integrale alle condizioni del passato.
I luogotenenti Dessalines e Christophe si appellarono alle masse degli ex schiavi per la resistenza e la difesa della propria libertà. Scoppiò una guerra che durò fino a tutto il 1803, con terribili eccessi da entrambe le parti. Alla fine i rivoltosi prevalsero, i francesi dovettero abbandonare l’isola e il 1º gennaio del 1804 veniva dichiarata l’indipendenza di Haiti (si ripristinava anche l’antico nome dell’isola).