lunedì 3 agosto 2015

Mistica destrorsa delle Forze dell’Ordine e tirannia dello Stato Italiano

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di Alessandro Luciani (Fonte: http://radiospada.org/)

I recenti fatti ai quali tutti abbiamo assistito in relazione alla piaga sociale dell’immigrazionismo ci hanno posti per l’ennesima volta davanti alla sofferenza del popolo, costretto a vedere i propri quartieri, le proprie strade e – a volte – persino le proprie case invase da maomettani con iPhone, da pseudo-profughi pronti a filmare dalle balconate dei centri di accoglienza le disperate manifestazioni di protesta dei disperati autoctoni senza iPhone. Abbiamo già parlato a più riprese del problema, delle sue ragioni, delle sue cause e dei piani di ingegneria sociale ed etnica attualmente in corso, pertanto in questa occasione non si andrà a discutere ulteriormente di questo problema, in questa occasione parleremo delle presunte “Forze dell’Ordine” (virgolette obbligatorie).
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Cosa c’entrano le “Forze dell’Ordine”? C’entrano eccome! Sono tutte quelle milizie che, organizzate e dipendenti dallo Stato, in Italia (e un po’ ovunque) si frappongono tra l’oppresso e l’oppressore in favore di quest’ultimo, per obbedienza e dedizione ad un vago quanto distorto intendimento di dovere. Questa palese realtà ce l’hanno ricordata le stesse “Forze dell’Ordine” a Casale San Nicola (Roma) – e altrove – dove abbiamo visto la Polizia scagliarsi contro un gruppo di residenti che manifestavano la loro contrarietà riguardo la decisione di allestire un campo di accoglienza presso la ex scuola Socrate e che, per impedire l’accesso dei clandestini al centro di accoglienza, avevano organizzato un blocco stradale poi forzato dalla Polizia stessa. La cosa più sorprendente in questi casi è  – come sempre – l’apparente alienazione da quel popolo oppresso di chi è pronto ad obbedire e a caricare a testa bassa anziani, giovani e famiglie che non volgliono che le loro strade e le loro case siano invase dai clandestini.
Scene del genere, alle quali assistiamo sempre più spesso, ci spingono a chiederci di quale “Ordine” siano “Forze” queste milizie in assetto antisommossa. Di certo non dell’Ordine cattolicamente inteso, non dell’ordine civile, visto che vittima delle cariche è il popolo che manifesta contro i turbatori di quell’ordine (i clandestini) e non chi turba l’ordine stesso. Dobbiamo perciò concludere che, l’Ordine di cui si parla, altro non è  che quello degli oligarchi apostati che da circa 150 anni tiranneggiano sul popolo, che quindi sarebbe più corretto definire “Sovversione” contrariamente a quanto vorrebbero farci credere alcune voci provenienti da destra, voci che non mancano mai di difendere la parte sbagliata e che spesso si dicono addirittura “cattoliche”.
A questo proposito è bene ricordare ai paladini difensori dell’Ordine risorgimentalista (civili e non) che lo Stato Italiano, oltre ad essere figlio di una doppia usurpazione (la prima sabauda e la seconda repubblicana e anglo-americana), è incarnato da un’oligarchia di tiranni. Si tratta di un’entità governativa senza alcuna legittimità e un regime che non solo nega pressoché tutti i diritti di Dio e della Sua Santa Chiesa sulla società umana, ma che è da considerarsi colpevole di delitti che gridano vendetta davanti all’Altissimo: l’omicidio volontario attraverso la legislazione sull’aborto; il peccato impuro contro natura,  attraverso leggi che tutelano chi lo pratica e cerca in ogni modo di diffonderlo, invece di condannare, come la Chiesa insegna, “L’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre, fame e pestilenze” (Papa San Pio V, Costituzione Cum Primum, del 1 aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286); abbiamo poi l’oppressione dei poveri attraverso l’usura bancaria e Statale sulla quale la Chiesa si espresse già in passato, condannando l’insaziabile rapacità degli usurai, detestabile e vergognosa per le leggi divine ed umane”  (Papa Innocenzo II, Concilio Laternanense II), oppressione manifestata anche nella assoluta sproporzione delle imposte e dell’abuso “(…) del diritto di imporre  i tributi, elevandoli a dismisura, senza un’adeguata ragione di bene comune” (Enciclopedia Cattolica, vol. XII, col. 512, Città del Vaticano, 1954) riducendo così la  maggioranza della popolazione quasi all’indigenza, trattando i contribuenti non come cittadini ma come schiavi da depredare a proprio piacimento e tramutando lo Stato in tirannide (cfr. Summa Theologiae, II-II, q. 64, a.1, ad 5um).
In ultimo abbiamo la frode della mercede agli operai operata dallo Stato o dai datori di lavoro (sotto l’istigazione dello Stato) e favorita dalla sovra tassazione. Una frode che riduce i lavoratori a lavorare per una cifra misera, un salario decisamente inadeguato per sostenere le folli imposte dello Stato e, contemporaneamente, vivere una vita dignitosa, crimine detestabile, così tanto che “ il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente” (Gc V,4).
Sorge spontaneo a questo punto chiedersi che cosa spinga un uomo, che abbia, si suppone, la buona intenzione di battersi per garantire l’Ordine, a tradire Dio e il proprio popolo diventando garante della Sovversione e dell’oppressione, piuttosto che di un giusto ordine sociale. La risposta non è facile da dare, o forse, più semplicemente, si trova nella totale mancanza di Fede, morale e scrupoli di chi oggi scegliere di impugnare uno scudo antisommossa e uno sfollagente e a chi vede lo Stato come l’unico vero dio.
A questo proposito è giusto ricordare l’esempio di San Marcello di Tangeri, centurione ordinario sotto l’Impero di Massimiano. San Marcello ci ricorda l’impossibilità per ogni cattolico di prestare servizio militare in uno stato anticristiano (oggi diremmo “laico”), negatore dei Diritti di Dio e nemico della Fede Cattolica, come oggi purtroppo è l’Italia (e ogni altro stato europeo), mostrandoci la giusta reazione che un uomo d’armi deve adottare nei confronti di uno Stato che legifera e comanda contro l’Ordine Divino.
San Marcello si oppose all’ordine di sacrificare agli dèi nella festività dedicata all’Imperatore e, gettando a terra il cinturone e il ceppo di vite, disse: «Io sono un soldato di Gesù Cristo, e smetto di servire i vostri imperatori per servire Gesù Cristo!». San Marcello preferì la decapitazione piuttosto che servire militarmente uno stato che si opponeva alla Verità Cattolica e che comandava ai suoi sudditi di violare la Legge Divina.
I militari e tutti i membri delle presunte Forze dell’Ordine – comprese le voci destrorse della mistica del “dovere” di cui si parlava sopra – che si dicono cristiani (se ne esistono veramente) prendano esempio da San Marcello e ricordino che «nessun servo può servire due padroni» (Lc XVI, 13).