sabato 17 gennaio 2015

J. Ratzinger: estremisti islamici come i crociati, poco equilibrati


J. Ratzinger: estremisti islamici come i crociati, poco equilibrati

di CdP Ricciotti - http://radiospada.org/
Nelle scorse settimane ci siamo occupati dei rapporti fra J. Ratzinger ed il Giudaismo. Lo abbiamo fatto pubblicando una serie di documentati mini dossier dal contenuto certamente triste, soprattutto per chi crede nel J. Ratzinger “fine teologo” cattolico (clicca qui). Secondo alcuni satiristi, oggi sarebbe lui il Papa. Abbiamo dovuto decisamente smentire le varie convinzioni, ormai dal sapore piuttosto “mitologico”.
A seguito delle vicende di Nigeria e Parigi, ci sembra opportuno, adesso, pubblicare anche alcuni mini dossier che riguardano J. Ratzinger e la sua idea dell’Islam.
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Cosa pensa J. Ratzinger dell’Islam? Ci risponde lui stesso in «Salt of the earth», libro già citato in altre occasioni. Si legge alla pagina 244: «Una domanda difficile. Penso che prima dobbiamo realizzare che l’Islam non è una cosa uniforme. In realtà, non c’è una singola autorità per tutti i Musulmani, e per questo motivo il dialogo con l’Islam è sempre dialogo con certi gruppi. Nessuno può parlare per l’Islam interamente; esso non ha, così come era, una comune ortodossia regolata. E, a prescindere dallo scisma tra Sunniti e Sciiti, esso esiste anche in molte varietà».
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Prosegue: «C’è un Islam nobile, incarnato, per esempio, dal Re del Marocco, e c’è anche l’Islam estremista, terrorista, che, ancora, uno non deve identificare con l’Islam per intero, che lo renderebbe un’ingiustizia. Un punto importante, comunque, è quello che hai toccato sopra, cioè, che l’interazione di società, politica e religione ha una struttura completamente diversa nell’Islam per intero. La discussione odierna in Occidente circa la possibilità delle facoltà teologiche Islamiche o circa l’idea dell’Islam come una entità legale presuppone che tutte le religioni abbiano basicamente la stessa struttura, che esse tutte rientrino entro un sistema democratico con le sue leggi e le possibilità fornite da queste leggi. In sé stesso, comunque, ciò necessariamente contraddice l’essenza dell’Islam, che semplicemente non ha la separazione della sfera politica e di quella religiosa che la Cristianità ha avuto dal principio. Il Corano è una legge religiosa totale, che regola l’intera vita politica e sociale ed insiste che l’intero».
Secondo J. Ratzinger ci sarebbe «un Islam nobile» ed «un Islam estremista», proprio come dice Bruno Vespa oggi in TV; saremmo in presenza di varie interpretazioni del Corano; tuttavia «il Corano è una legge religiosa totale, che regola l’intera vita politica e sociale». Probabilmente J. Ratzinger non conosce la storia degli stati islamici, dove di «nobiltà» c’è solo quella che governa applicando la spietata legge coranica, di quasi unanime interpretazione, in violazione dei diritti naturali umani, in una sorta di tradizionale e convergente interpretazione del testo giuridico-religioso.
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Nel libro «Truth and tolerance», anno 2004, pagina 204, J. Ratzinger scrive: «sulla loro via verso la verità, possono diventare malati qua e là. Nell’Induismo (che è in realtà un nome collettivo per una intera moltitudine di religioni) ci sono alcuni meravigliosi elementi – ma ci sono anche aspetti negativi: coinvolgimento con il sistema delle caste; suttee [auto immolazione] per vedove, che si sono sviluppati dagli inizi in cui erano meramente simbolici; germogli del culto della dea Skati – tutti questi potrebbero essere menzionati, giusto per dare una minima idea. Ancora persino l’Islam, con tutta la grandezza che rappresenta, è sempre in pericolo di perdere equilibrio, lasciando prendere piede alla violenza e lasciando la religione scivolare via in mere osservanze esteriori e ritualismi. E ci sono ovviamente, come tutti sappiamo ma troppo bene, malate forme di Cristianità – come quando i crociati, nel prendere la città di Gerusalemme […]».
Quindi, secondo J. Ratzinger, l’Islam pacifista sarebbe buono e da incentivare, quello tradizionale sarebbe da contrastare. Sin dalla Sura II 190ss, cominciamo a trovare dei versi importanti per la definizione di guerra santa o jihad. Ne seguono un centinaio di altre. La tradizionale ed unanime interpretazione, quella jihadista di oggi, da Maometto fino ai primi del 1900, ma anche oltre in tutti gli stati islamici, conferma la vera natura dell’Islam così come lo conosciamo, per esempio, in Arabia, non in Occidente dove, grazie a Dio, l’Islam ancora non governa le nazioni. I tromboni dei media contemporanei mentono. Sono solamente gli esegeti moderni, molti dei quali verosimilmente ‘esuli’ in nazioni ‘democratiche’, a fornire esegesi moderate, contrarie alle tradizionali islamiche. Solo secondo alcuni esegeti moderni, verosimilmente isolati dall’Islam vero, il jihad deve essere contenuto ‘entro certi limiti’ e deve essere ‘solamente difensivo’. Nella realtà, la Sura II 190ss. è solo la prima ingiunzione a combattere di Muhammad, probabilmente dopo l’Egira. Difatti l’esegesi dei moderni moderati cozza direttamente con Sura IX 5 e principalmente IX 29. Tutto verte sulla lotta allo ‘scandalizzatore’. Scandalo è una moderna e difficile traduzione di ‘fitna’ che, nella realtà significa anche l’idea di prova, tentazione, persecuzione, scandalo, confusione, anarchia …. da combattere e distruggere ad ogni costo. Per capire l’evoluzione errata delle moderne interpretazioni si può studiare il Mercier, Introduction a l’evolution de la doctrine de la guerre sainte …. in ALI IBN HODEIL. EI ANDALUSY, l’Ornement des Ames, Parigi, 1939. Anche BAUSSANI, il Corano, Bur, 1996, p. 512, n. 190-191.
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J. Ratzinger, inoltre, equipara la Cristianità con la «grandezza dell’Islam», tutte e due «in pericolo di perdere equilibrio» come, secondo lui (dalla sua comoda sedia, protetto da soldati armati, vedendo col binocolo il campo di battaglia), accadde per i crociati, i quali, secondo lui, divennero «violenti». Lo avremmo voluto vedere in battaglia, circondato da tagliagola e stupratori.
Comunque, fin qui sono pareri, condivisibili o meno. Chi vi scrive non crede affatto che l’Islam sia «nobile», che faccia propria la «grandezza» e che i crociati furono come gli estremisti islamici.
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Nel suo discorso di Colonia alle comunità maomettane, 20 agosto 2005, in foto vediamo la versione inglese, qui c’è la italiana, J. Ratzinger si rivolge ai suoi «amici musulmani» ed afferma: «La Chiesa guarda con stima anche i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini». Potrebbe, oggi, dire ai suoi amici di non sterminare migliaia di cristiani innocenti in Africa.
Quindi, secondo lui, il Creatore che ha parlato agli uomini sarebbe sia Trinità che non Trinità. Secondo lui, i maomettani adorano «l’unico Dio».
Poi c’è il solito bug (sic!) presente in numerose versioni italiane dei discorsi fatti in lingua straniera. Nella versione italiana, già linkata, si legge: « Il credente infatti sa di poter contare, nonostante la propria fragilità, sulla forza spirituale della preghiera»; in quella inglese (clicca qui) si legge: «Il credente – e tutti noi, come Cristiani e Musulmani, siamo credenti – infatti sa di poter contare, nonostante la propria fragilità, sulla forza spirituale della preghiera». L’originale versione tedesca conferma la traduzione inglese: «Der gläubige Mensch – und wir alle als Christen und als Muslime sind gläubige Menschen – weiß, daß er sich trotz der eigenen Schwäche auf die geistige Kraft des Gebetes verlassen kann» (clicca qui).
Quindi in Inghilterra e Germania, Cristiani e Musulmani sono credenti insieme, in Italia, no. Sic! Chi pregano i maomettani, ovvero un falso “dio”, J. Ratzinger sembra ancora non averlo capito.
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Anche nell’immagine appena pubblicata ci sono vergognosi tagli nella versione italiana. Si possono usare i link indicati per comparare. Leggiamo nella versione tradotta da noi: «Voi guidate i credenti dell’Islam e li educate nella fede musulmana. L’insegnamento è il veicolo attraverso cui si comunicano idee e convincimenti. La parola è la strada maestra nell’educazione della mente. Voi avete, pertanto, una grande responsabilità nella formazione delle nuove generazioni. Apprendo con gratitudine di spirito in cui voi assumete responsabilità. Insieme, cristiani e musulmani, dobbiamo far fronte alle numerose sfide che il nostro tempo ci propone. Non c’è spazio per l’apatia […]».
La frase originale tedesca, che scompare dalla versione italiana dovrebbe essere: «Ich bin dankbar zu hören, in welchem Geist Sie diese Verantwortung wahren».
Senza fare illazioni, come comunque si può notare, questi documenti, cui ne seguiranno molti altri ben più tristi, sono in perfetta continuità con quelli dei suoi predecessori Wojtyla e Montini. Un esasperato falso ecumenismo, religione acattolica, dove addirittura in presenza di tale consapevolezza, ovvero «Voi guidate i credenti dell’Islam e li educate nella fede musulmana», non un accenno alla conversione, non una preghiera al vero Dio affinché essi si convertano, ma solo condivisione di ‘fede’ e di ‘divinità’, vaghi sofismi di modernismo e frasi da politicante di bassa virtù.
La «Mortalium Animos» di papa Pio XI, invece, spiega come deve comportarsi il Cattolico nel rapporto con le religioni dell’uomo, false religioni, come l’Islam.
Nei prossimi giorni proseguiremo sul tema, pubblicando altri mini dossier.