venerdì 19 dicembre 2014

I massoni criticano le luminarie antimassoniche di Bologna

-di Davide Consonni- http://radiospada.org/
 
In molti, moltissimi, si sono pronunciati sulle luminarie apparse a Bologna.  I più hanno gridato al complotto, tacciando di filomassonismo tali luminarie e il loro autore. Addirittura è nata una pagina facebook che raccoglie le opinioni contrarie all’opera proponendo di eliminarla. Costoro ignorano palesemente che il Vitone non è nuovo alla critica antimassonica, infatti il Vitone espose a Parigi un’opera in cui apparivano tutti i 162 nomi noti iscritti alla loggia Propaganda 2 del Grande Oriente d’Italia. QUI per visionare l’opera antipiduista del Vitone parigino.
 
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Opera antimassonica esposta da Vitone a Parigi
 
Torniamo alle luminarie. Pochi, pochissimi, hanno dimostrato di aver perlomeno parzialmente compreso l’intento dell’artista Luca Vitone. L’artista in merito alle discusse lucine ha dichiarato più volte che l’intento della sua opera era quello di perorare la “memoria” della strage di Bologna, in cui i depistaggi più o meno massonici sono comprovati. Riporto le chiarissime dichiarazioni dell’artista:
“potrete passare sotto le tre forme simboliche che rappresentano culture diverse (triangolo, occhio e il circolo di raggi, simboli dell’Antico Egitto come del divino nelle religioni monoteiste) che combinate insieme, sovrapposte e in prospettiva, formeranno il simbolo massonico adottato dalla Loggia P2, il cui progetto eversivo è stato legato all’attentato che ha provocato la strage del 2 agosto 1980 sul primo binario della stazione di Bologna. Ecco la memoria d’elefante, che Bologna persegue a distanza di oltre trent’anni dalla strage, i cui unici imputati sono ancora Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, recentemente condannati (con una sentenza che sa di beffa) a risarcire di milioni e milioni di euro le famiglie delle decine di vittime”
“viste in prospettiva, combaciano l’una con l’altra, formando il simbolo massonico adottato dalla Loggia P2, il cui progetto eversivo è tragicamente legato all’attentato che ha provocato la strage del 2 agosto 1980 nella sala d’attesa della stazione di Bologna. La memoria di quel giorno è ancora viva ed è una parte importante dell’identità di Bologna e ‘Souvenir d’Italie – (lumières)’ è dedicata proprio alla memoria collettiva, memoria d’elefante che tutto contiene e nulla dimentica, e a tutte le nostre memorie personali, frammentate, parziali, dirette o ereditate e si propone come monito, promemoria e  lampadina accesa sulle tante storie sotterranee e occultate del nostro paese che riverberano sul presente e su cui dobbiamo pretendere che venga fatta piena luce”
Ma considerando l’ottusità della critica QUI potete sentire un’intervista a Luca Vitone in merito all’opera bolognese.
Veniamo al dunque: le luminarie di Bologna hanno fatto arrabbiare i massoni. Questo è un dato oggettivo. Tanto che il solito massone Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, ha tuonato sul Resto del Carlino “l’artista non può travisare la realtà!”. Radio Spada ha più volte smentito tale luminare dell’occulto, codesto massone kabbalista, vedere QUI e QUI .
Per chi volesse leggere le critiche massoniche all’opera antimassonica del Vitone visiti QUESTA PAGINA
 
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Schizzo di Luca Vitone per l’installazione dell’opera