mercoledì 8 ottobre 2014

Teologi "cattolici": "Opporsi ai ruoli definiti della famiglia tradizionale, abusi sulla carne delle persone"

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Ogni commento a questi pulpiti sedicenti cattolici è superfluo. [RS]

Contrasto all'omofobia e accoglienza delle coppie omosessuali: sono le proposte per il Sinodo sulla famiglia emerse alla conferenza teologica internazionale "Le strade dell'amore" promossa dal Forum europeo di cristiani lgbt e realizzata con il contributo del ministero dell'Istruzione dei Paesi Bassi.

Nell'aula magna della facoltà di teologia valdese, prende parola monsignor Geoffrey Robinson, il vescovo ausiliario della diocesi di Sidney che ha collaborato con il cardinal George Pell (uno degli otto membri della commissione a cui papa Francesco ha affidato il compito di studiare la riforma della Chiesa).

Come cambiare la dottrina della Chiesa cattolica sull'amore omosessuale? "Non vedo possibilità di cambiamento - risponde deciso Robinson - se prima non si compie un cambiamento degli insegnamenti sugli atti eterosessuali, non sarà possibile modificare la dottrina sugli atti omosessuali. Ma abbiamo tutti bisogno di questo cambiamento".

In cattedra sale padre James Alison, teologo e sacerdote cattolico che ha operato molto in Sud America e che ha dedicato alcune pubblicazioni al rapporto tra coscienza cattolica e coscienza gay. "Omosessuali e transessuali - spiega - possono diventare i protagonisti di una nuova evangelizzazione capace di liberarci dal clima di oppressione e di discriminazione che si respira in molte parti del mondo".

Suor Antonietta Potente, teologa domenicana, cerca di aprire altri varchi: "Le persone omosessuali, come altre categorie sociali esiliate dalla Chiesa, non devono tradire la loro differenza". Quale proposta per il Sinodo? "Non chiedete accompagnamento e comprensione - dice Potente - basta con la falsa benevolenza. E' tempo di opporsi ai ruoli definiti della famiglia tradizionale in cui anche le persone omosessuali rischiano di essere intrappolate. Sono stati anni di abusi sulla carne viva delle persone".

La mente va all'impegno di Ferruccio Castellano, un giovane gay cattolico che alla fine degli anni Settanta ha cercato di creare uno spazio di riflessione all'interno della Chiesa per una pastorale con le persone omosessuali. Una storia drammatica, la sua. Finita con un suicidio. Lo ricorda nel suo intervento Letizia Tomassone, coordinatrice della Commissione fede e omosessualità delle Chiese battiste, metodiste e valdesi.

"Negli anni in cui Ferruccio organizzava con don Franco Barbero i primi campi di studio su fede e omosessualità al centro ecumenico Agape, le persone arrivavano vestite in giacca e cravatta. Indossavano insomma una maschera di rispettabilità, per poi cambiare e riapparire nei colori vivaci e gioiosi della loro vita durante la settimana del meeting". Con Tomassone le proposte per il Sinodo si arricchiscono, una volta di più, del contributo delle Chiese protestanti: "Non è la vocazione della Chiesa ad essere il luogo della libertà? Non accontentiamoci delle briciole".

In sala c'è anche Francis DeBernardo, direttore di New Ways Ministry, l'organizzazione americana fondata nel 1977 da suor Jeannine Gramick e padre Robert Nugent per l'accoglienza delle persone omosessuali e transessuali nella Chiesa cattolica. "Se avessi papa Francesco di fronte - confessa DeBernardo - gli direi di ascoltare le storie di amore e di fede che vivono gay e lesbiche cattolici".

"Speriamo in una comunità ecclesiale che voglia conoscere le storie delle tante coppie di omosessuali credenti", spiegano Andrea Rubera e Gianni Geraci, portavoci della conferenza. "Abbiamo raccolto in un documento le nostre proposte per il Sinodo: se la Chiesa cattolica metterà in discussione i propri pregiudizi sull'amore omosessuale potrà liberare davvero tutte le sue potenzialità".

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