lunedì 4 agosto 2014

La testa di Trieste asburgica .

 
Sopra: La testa di Trieste asburgica che faceva parte del monumento della Dedizione di Trieste all'Austria, giace in posizione orizzontale nel Museo de Enriquez.

La sua posizione non eretta non è certamente casuale, la Giunta Cosolini non ama il passato asburgico di Trieste, come nessun'altra giunta dal 1918 in qua, con unica eccezione qualla di Illy e dell'assessore Damiani che ebbe il coraggio di ripristinare il Monumento all'Imperatrice Ellisabetta nel 1997.

Anche in quell'occasione, la Trieste degli immigrati insorse con interpellanze e mozioni ma la Divina Provvidenza che aveva illuminato le menti della Giunta Comunale, non la abbandonò,

Entrambi i monumenti erano stati realizzati tramite sottoscrizioni popolari che avevano visto partecipare anche i più poveri tra i poveri. Tanto era l'amore di Trieste per l'Austria, a dispetto di quei 4-500 disadattati di irredentisti e degli immigrati coloniali che l'Italia mandò a Trieste dopo il 1918 per farla diventare "italiana".

Il 2 novembre del 1918, nel corso delle spedizioni effettuate dai redivivi irredentisti della città che già il 30 ottobre avevano causato un morto ed il primo assalto all'hotel Balkan, il monumento fu dipinto di bianco rosso e verde.

Il 12 aprile la giunta comunale collaborazionista, decretò la rimozione del monumento. Il sindaco era Carlo Valerio, lo stesso borgomastro che nel maggio del 1915 rassicurava l'ammiraglio von Koudelka sulla lealtà della sua giunta "liberale" e gli chiedeva di intercedere per ridurre gli internamenti degli irredentisti.

Il monumento fu smontato ed alcune sue parti furono riutilizzate in varie installazioni cittadine dove permangono tutt'ora.

Nel 1931 la cittadinanza chiese di reinstallare la statua sulla "Scala dei Giganti" ma lo stramaledetto giornale irredentista e fascista il Piccolo, che aveva istigato l'odio contro "gli slavi" per tutto il ventennio e che negli ultimi anni aveva istigato l'odio contro gli ebrei, giudò una violenta campagna contro.

Il podestà accosentì, si trattava di Giorgio Pitacco del Partito Nazionale Fascista. Lo stesso individuo che nel 1914 compilava elenchi di cittadini Kausertreue da imprigionare ed uccidere dopo l'avvento dell'Italia dove fuggi verso la fine dell'anno, mentre nel 1915, nella sede della sua Lega Nazionale si spacciavano passaporti italiani (non falsificati) ai "volontari giuliani". Nella perquisizione della sua abitazione dopo il 23 maggio 1915 quando la Lega Nazionale venne messa fuori legge, si trovò la corrispondenza amorosa con 4 donne diverse nello stesso periodo ed una ricca collezione di preservativi usati. Il Pitacco sarebbe stato processato per alto tradimento, essendo risultata chiara la sua attività spionistica e quella della Lega Nazionale, oltre che i mille imbrogli che essa aveva effettuato per nascondere la sua contabilità illecita, come ad esempio dichiarare 30 mila soci nel 1915, dei quali ben pochi sapevano di essersi iscritti. Ma l'Impero si sciolse, arrivarono gli italiani ed i criminali diventarono eroi e benemeriti.

Fatto sta che nel 1940 la statua di Trieste asburgica fu fusa con il "ferro per la patria", come anche la splendida copertura in ferro battuto della stazione Transalpina e quanti più possibile, resti dei cimeli asburgici. Delle mani pietose e non immemori, salvarono la testa e la passarono a Diego de Enriquez.

La giunta Cosolini è stata costretta ad esporla, quelle precedenti, ricche di immigrati italiani fascisti, non hanno avuto il coraggio oppure non si erano ricordate di distruggerla o di farla sparire nuovamente.

Ora giace in posizione orizzontale e da simbolo della Dedizione all'Austria, è diventata simbolo della Sottomissione di Trieste all'Italia..

Fonte: Vota Franz Josef