lunedì 16 giugno 2014

BATTAGLIA DI SANTA LUCIA : dopo questa nota, si invita a leggere la versione italiana su Wikipedia

 Battaglia di Santa Lucia (6 Maggio 1848)


Dopo la battaglia urbana di Bergamo, il 45. Reggimento IR “Sigismondo” giunse a pieni ranghi a Verona dopo gli scontri di Goito ed il suo ricongiungimento con i convalescenti provenienti dall'ospedale militare di Verona. Durante il tragitto Il 45. aveva combattuto al ponte di Borghetto perdendo 6 morti e 10 feriti. 

Il 6 maggio i Sardi attaccarono Santa Lucia di Verona; il III battaglione 45. era spiegato da Tombetta a S. Lucia, il I battaglione 45. in difesa delle mura di Verona, con l'aiuto del 10. Battaglione Cacciatori. I cacciatori o Feldjäger del Lombardo Veneto, a quei tempi prendevano gli uomini da un paio di Reggimenti e non arruolavano direttamente; stessa cosa accadeva per i „Granatieri“ che in questo caso erano formati da soldati del 38. Reggimento di Brescia e del 43 Reggimento di Cremona. 

Il 6 maggio tutta la Brigata „Strassoldo“ (Giulio, della nota famiglia goriziana) si era dislocata a difesa di Santa Lucia. Gli avamposti, presidiati quasi sempre dai Cacciatori, erano Croce dei Recchi, Pellegrino, Chioda. I Sardi erano sulle alture di Pastrengo, S. Giustina, Sommacampagna, Sona, da dove controllavano lo località dei Lombardo Veneti già citate fino a Chievo.

Alle 8.30 partì l'attacco in formazione di colonne verso Ca' Nuova, Campioni e Toffalone; iniziò il fuoco da ambo le parti. I Sardi furono subito fermati dagli avamposti sull'ala destra, verso S. Massimo. 

L'attacco era diventato generale e si concentrava verso S. Lucia. Radetzky intuì che quello era il punto previsto per lo sfondamento e vi inviò le riserve, costitite dai Granatieri e plotoni di varie formazioni. Grantieri e Jäger (Cacciatori) bloccarono il nemico tra Casa Pellegriono e S. Lucia, che si stupì dalla resistenza di così pochi uomini. 

I Sardi raddoppiarono le forze nel settore di sfondamento ed iniziarono ad impiegare contro di esso l'artigliera che aveva nel frattempo terminato lo schieramento ed iniziò a tirare a mitraglia contro i Cacciatori barricati nel cimitero di campagna. Giunse quindi una colonna di cavalleria Piemontese per scardinare la resistenza. Questi lanciarono l'attacco contro il cimitero insieme con i loro Granatieri della Guardia ma furono respinti dai Cacciatori che esaurite le munizioni, caricavano disperatamente alla baionetta. 

Dopo tre ore, il nemico desistette. Quando poco dopo Josef Radetzky fece avanzare il il I battaglione 45. il suo contrattacco fece ritirare i sardo-piemontesi.

Il bollettino lodò particolarmente il 10. Battaglione Cacciatori ed il III Battaglione 45. che con l'aiuto di alcune compagnie di Granatieri erano riusciti a battere 5 Brigate Sarde (una Brigata era generalmente costituita da 2 reggimenti al completo ed 1 battaglione supplementare). 

Era presente l'Imperatore Francesco Giuseppe che ebbe il battesimo del fuoco. Il 18 maggio le stesse truppe del Lombardo Veneto avrebbero combattuto a Curtatone ed il 20 a Goito, con pochissime perdite e prendendo molti prigionieri. 

Le truppe festeggiarono le vittorie con una parata a Verona, dove il collonnello Gherardi lodò le truppe. Furono effettuate molte decorazioni di cui purtroppo non si sono ritrovani tutti gli elenchi. 

Dopo le altre battaglie di Mortara, altri luoghi minori e Novara, il Feld-Maresciallo Radetzky comunicò alle truppe con un proclama:

“Soldati, avete mantenuto gloriosamente la vostra parola. Avete iniziato una campagna contro un nemico più potente di voi ed in 5 giorni avete vinto la guerra; la Storia non potrà che riconoscere la vostra fama, d'aver appartenuto alla più valorosa e fedele armata da me condotta e affidatami dal mio Signore l'Imperatore”. 

E se lo diceva il generale che aveva battuto più volte i napoleonici, gli si poteva credere.

Alla battaglia di S. Lucia aveva partecipato anche una compagnia del 44. Reggimento “Belgioioso” di Milano, con decorazioni elargite al sergente Favaro, il fante Ventura, il caporale Locati (med. d'argento di prima classe). Gli altri Reggimenti Lombardo Veneti erano impegnati nelle città austriache per sedare la rivoluzione e sul fronte ungherese, dove collezionarono lodi ed onoreficenze. 

Alcuni reparti si erano arresi come il battaglione del 26. di stanza a Venezia, ma la maggior parte degli arresi erano tornati a casa in attesa di richiamo, non erano corsi a combattere per i Sardi, come vorrebbe la narrativa patriottica italiana. Ma quella degli altri Reggimenti e Battaglioni e delle altre battaglie del 1848, sono un'altra storia che racconteremo prima o poi.

I decorati a Santa Lucia di cui è rimasta traccia sono: 
Maresciallo Francesco Durino med. Oro, Mar. Giovanni Magacqua, cap. Ludovico Lavezzo e Lorenzo Negrini, soldati scelti Ottilio Marchesi, Stefano Calgaro, Giuseppe Casagrande; soldati Giuseppe Petrosin, Andrea Siviero, Serafino Maggioni, Franceco Devittor, Santo Mercanti: med. Argento al valore.

Lode Imperiale: serg. Magg. Antonio Lupato, serg. Magg. Aldighieri, cap. maggiori Zaparoli e Cherubino; soldati Carlo Vizzoni e Giovanni Zorzella 

Cap. magg. Amici, cap. magg. Colombaro, tamburino Zampieri: med. Argento di II classe. 

Altri elenchi di altre battaglie del 1848, prossimamente.