mercoledì 16 aprile 2014

Fellay vs Kasper: misericordia o offesa a Dio?

Di seguito una recente dichiarazione di Mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della FSSPX, comparsa su www.dici.org . Traduzione a cura di Ilaria Pisa. - http://radiospada.org/ -

matrimonio

Che cosa accadrà in occasione dell'Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, programmata per i giorni 5 - 19 ottobre 2014 e dedicata alle "sfide pastorali per la famiglia nel contesto dell'evangelizzazione"? Ci si pone questa domanda con grande preoccupazione, dal momento che durante l'ultimo Concistoro, il 20 febbraio scorso, il Card. Walter Kasper - su richiesta di Papa Francesco e con il suo supporto - ha presentato il tema del prossimo Sinodo con aperture c.d. "pastorali" dottrinalmente scandalose. 
La relazione di Kasper, che inizialmente doveva rimanere segreta, è stata poi pubblicata dalla stampa ed è così emerso anche il serrato dibattito svoltosi tra i membri del Concistoro. Un professore universitario (Roberto de Mattei) ha addirittura parlato di "rivoluzione culturale", mentre un vaticanista (Sandro Magister) ha descritto come "cambiamento di paradigma" la proposta del Card. Kasper di riammettere alla Comunione i Cattolici divorziati e "risposati", anche in assenza della dichiarazione di nullità del precedente matrimonio.
Alcuni prelati hanno alzato la voce contro questo cambiamento, ad esempio il Card. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna, che ha chiesto che ne sarà del primo matrimonio, rato e consumato, dal momento che la riammissione all'Eucaristia presuppone necessariamente un giudizio della Chiesa sulla legittimità della seconda unione. E questo giudizio è logico. Che ne è dunque della prima? Il secondo, a meno di voler andare contro le parole del Signore ammettendo la bigamia, non può essere un "vero" matrimonio. Il primo si è dunque dissolto? Ma neppure il potere del Papa può spingersi così in là: neppure il Papa ha autorità sopra un matrimonio rato e consumato. La soluzione proposta dal Card. Kasper porta invece a pensare che il primo matrimonio resti, ma che esista anche una seconda forma di coabitazione in qualche modo legittimata dalla Chiesa, lasciando pertanto la domanda di fondo senza una risposta (cfr. Il Foglio, 15 marzo 2014).
Così come senza risposta rimangono le serie obiezioni formulate dai Cardinali Gerhard Ludwig Müller, Walter Brandmüller, Angelo Bagnasco, Robert Sarah, Giovanni Battista Re, Mauro Piacenza, Angelo Scola, Camillo Ruini…
Non possiamo attendere in silenzio il Sinodo del prossimo ottobre, in questo clima disastroso. Ecco uno studio (in inglese, ndt) che mostra i grossolani errori contenuti nella relazione di Kasper. Non denunciarli equivarrebbe a lasciare aperta la porta ai pericoli additati dal Card. Caffarra (ibidem), ossia una sorta di legittimazione data dalla Chiesa alla sessualità umana al di fuori del matrimonio, che porterebbe come esito naturale a suggestioni sulla legittimità della convivenza, o delle relazioni omosessuali.
Mentre molte famiglie hanno recentemente manifestato con coraggio contro le leggi civili che ovunque si propongono di minare la famiglia naturale, la famiglia Cristiana, è semplicemente scandaloso vedere quelle stesse leggi supportate, surrettiziamente, da uomini di Chiesa che desiderano allineare la dottrina e la morale Cattolica alla morale di una società scristianizzata, invece di cercare percorsi di conversione per le anime. Un approccio pastorale che cozzi con gli espliciti insegnamenti del Cristo sull'indissolubilità del matrimonio non è misericordioso, ma offensivo verso Dio, che garantisce a ciascuno la Sua grazia sufficiente; ed è una pastorale crudele nei confronti di quelle anime che, poste in situazioni difficili, ricevono la grazia di cui abbisognano per vivere una vita Cristiana e addirittura per crescere in virtù, fino a toccare l'eroismo.
Menzingen, 12 aprile 2014
+Bernard Fellay
Sup. Gen. FSSPX