martedì 25 marzo 2014

La Civiltà Cattolica - G. Oreglia: Il Massonismo presente non è che l'antico Panteismo pagano.

 
 
 
La Civiltà Cattolica anno XXXI, serie XI, vol. II, Firenze 1880 pag. 348-355.

R.P. Giuseppe Oreglia di Santo Stefano d.C.d.G.

Panteismo massonico (VI)

CRONACA CONTEMPORANEA
Firenze, 21 aprile 1880.

I.

ROMA (Nostra corrispondenza) — Come e perchè il Massonismo presente non sia che l'antico Panteismo pagano. Testimonianze autentiche a tale proposito — Curiose rivelazioni sopra la presente massoneria femminile.
Potrà forse parere a taluno alquanto duro a credere che tutto quel grande e misterioso Arcano, di cui fanno sì gran fracasso i frammassoni, asserendosene ciarlatanescamente unici legittimi possessori e venditori, e chiamandolo col nome pomposo di antica sapienza, antichi misterii, antica ed occulta filosofia e similmente, non si riduca, in conclusione, ad altro che quinci alla vecchia, rancida, assurda ed a tutti notissima Teoria panteistica che di Dio, dell'uomo e del mondo fa una sostanza ed un Dio solo; e quinci alla parimente antichissima e notissima Pratica magica, detta ora Spiritismo, per mezzo della quale i credenti al Domma del Panteismo debbono per forza di logica credere altresì di potersi naturalmente porre in relazione col sopranaturale da loro tenuto, in effetto, per naturale. Ma per quanto questo disinganno a chi forse seriamente credette già alle imposture di questi cagliostri, possa, come dicemmo, riuscire per avventura alquanto duro a digerire; sarà ciononostante necessario che lo riceva ognuno il quale, oltre a ciò che già ne scrivemmo nella precedente corrispondenza, si faccia anche a considerare un poco la origine, la natura e le necessarie conseguenze della dottrina, che con parola bensì relativamente moderna, ma ottimamente significativa di tutta la quintessenza, il lambiccato ed il succo degli antichi e dei moderni errori, si chiama ora il Panteismo. Il quale, se ben si mira, è, quanto alla sua Origine, pressochè naturale errore e quasi necessaria aberrazione di chi, guasto nel cuore, e non essendo illuminato dalla rivelazione e dalla fede, od avendole rinnegate, vuole nondimeno colle sole sue forze naturali spiegare a sè ed agli altri l'origine dell'universo. Donde segue che esso sia, in verità, dottrina antichissima, e comune a quasi tutti gli antichi filosofi e perciò pitagorica, egiziana, indiana, caldea, o se volete, anche preistorica, secondo che dicono i frammassoni. Quanto poi alla sua Natura, o vogliam dire essenza e qualità di dottrina, il Panteismo, mentre nega ed afferma Dio nello stesso istante e colla stessa parola di Tutto-Dio, ed è quindi tutt'insieme deista ed ateo, si adatta perciò mirabilmente ad essere presentato a tutte le menti nell'aspetto loro più confacente, celando l'opposto od anche negandolo recisamente, tanto più facilmente quanto che, in sostanza, il Panteismo è l'identità dei contrarii. E così anche si spiega perchè i framassoni lo vantino come un segreto ed un arcano tanto misterioso quanto antico, racchiuso nella loro formola di culto al grande architetto dell'universo. Il quale Architetto è la natura ossia l'universo stesso per coloro che negano un Dio personale diverso dal mondo: e pigliano perciò il Panteismo pel suo lato ateo. Ma per i Deisti, cui ripugna l'ateismo, esso è invece quel Dio che vogliono; ed anche, pei cristiani e cattolici, quel vero Dio Uno e Trino che c'insegna la fede, e che tanti massoncini credono essere ammesso e riconosciuto da quella equivoca formola della Massoneria. Perchè poi i frammassoni abbiano dovuto vendere come un gran segreto e celare con veli l'antico notissimo Panteismo, si fa chiaro a chi considera che essi, quando nacquero collo scopo di distruggere la Chiesa, lo Stato e tutta la società cristiana, e ricondurla all'antica sapienza cioè al Paganesimo filosofico del Panteismo alessandrino, si trovavano appunto in mezzo ad una Chiesa, ad uno Stato e ad una società che non ischerzava cogli atei e cogli empii, neanche nei paesi protestanti forniti anche loro di un'inquisizione molto più severa e più spiccia talvolta che non la Romana e la Spagnuola. Che se ora manca, per questo lato, ogni motivo ai framassoni di celare la loro empietà (ed infatti la manifestano da tutte le cattedre ed in tutti gli altri modi loro possibili) resta però loro sempre la necessità di celarla, come già dicemmo nella precedente corrispondenza, come dottrina essenzialmente massonica, a tutti quei moltissimi che, se ciò sapessero, non entrerebbero certamente in Massoneria. Che se il Panteismo per la sua Origine antichissima e per la sua Natura equivoca rappresenta, come vedemmo, il Domma insieme ed il Segreto massonico; esso per le Conseguenze che se ne possono più o meno indefinitamente tirare, sì in teoria e sì in pratica applicazione, spiega anche ottimamente tutto ciò che la Massoneria insegna e pratica dovunque le riesce di salire o in cattedra o al potere: dalle più piccole e pressochè inavvertite dottrine e leggi antifilosofiche ed anticristiane fino al nichilismo filosofico e sociale. Posto, infatti, il Panteismo (cioè l'identità di Dio, dell'uomo e del mondo costituenti l'Universo-Dio) tanto se ne può dedurre in filosofia non altro che l'intelletto unico di Averroe (che prese poi tante diverse forme ontologiche, intuitive e somiglianti nelle più o meno moderne filosofie) quanto l'unicità anche della sostanza universale, sì intellettuale come materiale. In pratica poi, se l'uomo è Dio, è chiaro che tanto se ne può dedurre, quasi per primo passo, che il pensiero è libero e che la Sovranità sta costituzionalmente nelle maggioranze sia del popolo nella società civile, sia de' fedeli nella società cristiana, quanto che ogni uomo è individualmente Re, Prete e Dio a sè medesimo, come insegna la Massoneria, senza altra legge sociale, religiosa e morale che il capriccio proprio, che è divino e perciò infallibile ed, almeno in teoria, onnipotente e necessariamente progrediente al progresso indefinito. Tutte pazzie, com'è chiaro: ma logiche conseguenze del gran domma e segreto massonico, e dottrine ed idee che noi vediamo ed udiamo ogni giorno insegnate e praticate dai frammassoni governanti e dai loro filosofi insegnanti e più o meno intuenti ossia partecipanti l'essere e la sostanza di Dio. Apparisce dunque anche da questo solo cenno sopra l'origine, la natura e le conseguenze del Panteismo che questo ha tutti i caratteri e le qualità del così detto segreto domma massonico.
Quanto poi alla Pratica magica, detta ora Spiritismo, ed anche Religione dell'Avvenire (secondo l'ultima forma presa dallo Spiritismo o Magismo) non essendo essa che una pratica conseguenza ed applicazione del Panteismo, da ciò stesso apparisce dovere essa costituire, come difatti costituisce ora e sempre costituì nelle scuole pagane panteistiche e neoplatoniche, tutta la pratica religione, o piuttosto la naturale applicazione della teoria massonica. Posto, infatti, che vi sia una vera identità tra l'uomo, Dio e tutto l'Universo, è chiaro che l'uomo dee poter riuscire a comunicar colle forze occulte della natura, che il volgo (dicono i Massoni) crede soprannaturali, perchè a lui invisibili ed impervie, ma che sono, in verità, forze naturali accessibili soltanto all'uomo sapiente e filosofo, cioè mago. Perciò voi non vedrete Massone un po' erudito, il quale, con ogni sforzo non corra dietro alle forze occulte e misteriose della natura, credendo di potersene impossessare. E, secondo il proprio genio naturale ed inclinazione scientifica, ciascuno di questi Massoni si dà a qualche studio o scienza naturale. I più preferiscono la medicina e la chimica; giacchè queste sono le Scienze (come ora le chiamano) che dànno anche accesso nelle famiglie e nei segreti domestici, sì utili a' Frammassoni. Mentre però costoro e nel tempo presente, e nel passato, seguendo gli esempi de' loro predecessori, non istudiarono quasi mai che la natura e le sue forze occulte, praticando, quasi tutti, l'Alchimia, la Chimica e la Medicina ed inventando ciarlatanesche e cagliostrine panacee ed elisiri de vita longa, Dio li ha castigati facendo che nessuno di loro non riuscisse mai a nulla scoprire. Infatti i cristiani Volta, Galvani, Galileo, Copernico, Leibnizio e tanti altri, furono appunto quelli, ed i soli, che scopersero qualche cosa di queste forze occulte e misteriose. Invece Plotino, Paracelso, Agrippa, Fludd, Cagliostro, e tutto il resto, e oggidì gli Spiritisti che trattano famigliarmente col mondo di là, che cosa scopersero? Neanche i zolfanelli. Che se vi fosse in verità una qualsiasi relazione naturale tra noi e la divinità; e se le forze naturali non fossero che le soprannaturali; o se fosse vero che gli Spiritisti trattano per forza ed arte propria cogli spiriti superiori; come si spiegherebbe, allora, che appunto i cultori più indefessi di quest'arte magica e spiritica ed i più caldi credenti alla teoria panteistica, non sono mai riusciti a scoprire neanche la coda di una cometa in forza della loro arte e dei loro mezzi? Leggansi pure tutti i libri di costoro da Paracelso fino ai moderni Spiritisti, e non vi si troverà, per fatto loro, avanzata nè la scienza nè l'arte pure del passo di una formica. Pure molti di loro avevano ed hanno ingegno da vendere. Segno chiaro, che la loro arte non è che una ciarlataneria. Ma, appunto per questo essa è arte strettamente massonica. Insegnando infatti i Massoni in forza del loro Arcano Panteistico un Dio Universo che progredisce indefinitamente e si svolge, perfezionandosi sempre per mezzo del Lavoro massonico che finirà col cambiare questo mondo in un Paradiso, occupano così sè e i loro adepti colle vecchie arti stregoniche e spiritistiche, credendo seriamente di potere così impossessarsi di qualche forza superiore e segreto magico, o scienza occulta. Ma non riescono mai, in pratica, che all'ospedale dei matti o al suicidio, come ogni giorno insegna la triste esperienza. Trattano, di fatti, in verità, col solo Diavolo: per giusto giudizio e permissione di quel Dio che è da loro negato. E caduti così, o presto o tardi, in vera ossessione e possessione diabolica, come nell'antico paganesimo già a tanti capitava, vanno dando di sè, nella presente civiltà liberale, quei sì sozzi spettacoli di delitti, d'infamie, di turpitudini, di suicidii e di pazzie d'ogni fatta, che ormai quasi non fanno più maraviglia a nessuno, anche quando si vedono nei governi, nei ministeri e nei parlamenti, più manicomii oggimai che non gli stessi manicomii.
Or prima di venire a partitamente chiarire ciò che finora soltanto toccammo sopra l'origine pressochè naturale e forzata del Panteismo, antichissima veramente e quasi necessaria aberrazione di ogni mente filosofica non illuminata dalla fede, e sopra la sua natura essenzialmente equivoca ed adattantesi a tutte le menti non illuminate parimente dalla fede; e sopra le sue conseguenze naturalmente feconde di tutti gli errori sì antichi e sì moderni: tra le quali è principalissima la pratica magica e spiritistica: nel che tutto si contiene sia il Domma, o pensiero massonico che i Massoni anche chiamano il pensiero moderno, sia la loro pratica Azione settaria nella società civile; prima, diciamo, di venire a questa non nuova, per fermo, ma non perciò inutile dichiarazione, premetteremo qui alcune chiare ed autentiche testimonianze di libri e scritti massonici che evidentemente dimostrano, anche per sè sole, come in verità non altro che il Panteismo sia quello che si chiama in Massoneria il Domma ed il Grande Arcano. Ci è venuto, prima di tutto, non ha molto, alle mani un opuscolo stampato già dal povero Frapolli, morto matto, testè, a Torino, ed ai suoi dì Gran Maestro della Massoneria italiana e fecondissimo scrittore di circolari, esortazioni, e manifesti ed altre chiacchiere massoniche a tutta la sua confraternita d'Italia, secondo che altrove già narrammo in questi quaderni. Nel quale suo scritto il Frapolli ancor sano di mente (quanto può esserlo un Gran Maestro) ma entusiasta e preludente chiaramente alla fine che doveva poi fare, fin dal 1861, parlando ai Massoni della Frammassoneria riformata (Torino: Anno della Vera Luce 1861) svela interamente il domma ed il segreto. Dedica, in primo luogo, il suo scritterello di 62 pagine ai suoi fratelli della Loggia madre Dante Alighieri (di Torino) ai massoni italiani ed a tutti i figliuoli della Vedova che compongono la gran Loggia dell'Universo. Poi, per epigrafe, in gran carattere, stampa che: «Lo spazio è eterno ed infinito: La materia è eterna ed infinita: Spazio e materia costituiscono la creatura, L'Universo Dio senza principio, senza fine e senza limite. Il Perfezionamento è la legge inerente all'Universo: esso perfezionamento non potè e non può mai cessare.» Col che si pianta la tesi da svolgere nello scritto massonico. Il che fatto comechessia a forza di affermazioni e paroloni nelle prime 19 pagine, alla ventesima c'insegna che: «I risultati della scienza, il Fatto solo, il Santo vero, l'osservazione dell'essere infinito complesso ed uno, che l'Ordine massonico, adattando il suo linguaggio alla finzione simbolica, venera sotto il nome di Grande Architetto dell'Universo (altrimenti Ieova, Deus, l'Eterno, l'Infinito, la Natura, l'Universo) debbono essere il nostro solo punto di partenza. E così fissi nella nostra via noi perverremo a camminare francamente nel laberinto delle età passate, sapremo compiere i nostri doveri presenti, potremo senza pericolo cercare nel futuro.» Tante cose si possono fare in Massoneria secondo il Gran Maestro Frapolli, da chi capisce e professa il Panteismo! E più chiaramente a pag. 23: «Attore, Opera ed Azione (Unum et Trinum: Padre Figliuolo e Spirito Santo dei Cristiani) sono il G. A. D. U. Questi abbraccia tutto: nulla fu, è o può essere fuori di lui. L'Umanità figliuola e parte di ciò che esiste, alleata e dipendente, per continuo scambio della materia universale, si svolge o diminuisce con questa. Il Lavoro della pietra greggia (cioè l'azione massonica) è la cooperazione umana al progresso infinito dell'Infinito
Donde segue che, venendo poi a pag. 26 a definire più chiaramente il domma massonico, ne esclude l'uguaglianza. E ciò per la chiara ragione che, se il mondo è perfettibile all'infinito, esso è però vario cioè disuguale nella perfezione delle parti: secondo che si capisce anche in Massoneria: dove il gran maestro Frapolli era un pezzetto di Dio molto più grosso e più perfetto che non, per esempio, il suo segretario. Dunque «la Frammassoneria (come c'insegna il Frapolli a pag. 26) è il baluardo conservatore, non già dell'Uguaglianza, ma della Vera Scienza, della Libertà, della Fratellanza e della Solidarietà di tutti gli uomini. Le quali parole rappresentano il domma della Massoneria e sono la sua Pietra fondamentale.» Ed a pag. 37, riassumendo il già detto, ripete che «Il domma fondamentale massonico è la Scienza, la Libertà, la Fratellanza, la Solidarietà» escludendo l'Uguaglianza. Vero è che poi, in pratica, l'uguaglianza (quale si desidera da quei poveri che vogliono vivere come i ricchi e da quei sudditi che vogliono comandare come i Re) è ammessa anche dal Frapolli: il quale ben conosceva i suoi polli e sapeva che, tolto loro questo pratico scopo dell'uguaglianza, cioè la speranza della ricchezza e del potere, tutto il gallinaio si sarebbe subito disperso. Perciò si affrettò a dire in nota (pag. 26) che «l'uguaglianza in natura non trovandosi in nessun luogo noi dobbiamo contentarci di metterla nella legge (cioè nella costituzione massonica tipo ed esemplare delle costituzioni politiche). Ma nelle formule o aspirazioni (cioè nel domma massonico rappresentante la Vera Scienza, e quello che col tempo si otterrà per mezzo del lavoro e delle aspirazioni massoniche) noi dobbiamo sostituire all'uguaglianza la Solidarietà, che è l'aspirazione al perfetto, la ricostituzione del mondo sulle basi della giustizia e l'avvenire. Noi dobbiamo sempre camminare verso l'Avvenire. Chi si ferma è cambiato in sasso.» Or che debbono essere i Massoni i quali si sono scientificamente e praticamente fermati all'antica sapienza ossia ciarlataneria del rancido Panteismo pagano? Compreso poi del suo Domma o Panteismo fino all'entusiasmo e pressochè alla pazzia «il Massone (dice a pag. 48) dovunque sia è al suo posto (anche al manicomio), perchè sentendo Dio in sè stesso egli riunisce il cielo e la terra; nè vi ha più per lui nulla di alto o di basso... Venerate dunque (pag. 50) o Massoni il G. A. D. U. che è in voi, che vi racchiude nel suo seno, dal quale voi emanate e nel quale voi dovete rientrare.» Del che nulla vi può essere di più chiaro al nostro proposito.
Più interessante però perchè non istampata, e perciò anche più chiaramente espressa, è la stessa dottrina rivelataci da un manoscritto contenente gli statuti generali della massoneria italiana, (del quale non importa, per ora, dare altri connotati) il quale è in nostra mano e dice chiaramente così: «Il potere dogmatico (in massoneria) tende alla conservazione dei grandi principii dell'umana sapienza, quali ci sono tramandati dalle antiche scuole, per conservarli inalterati e puri come in sacro deposito contro il conflitto delle varie dottrine ed opinioni. Il potere dogmatico è l'elemento conservatore che, con quello del Progresso, forma la legge dialettica, la grande armonia cosmica. Il conflitto di tali elementi è la storia dei secoli. La loro armonia (che sarà quando tutto avrà ricevuto il suo sviluppo, quando d'ogni cosa sarà fatto ogni cosa), dee condurre ai nuovi cieli e genti nuove, all'ideale dell'umanità. Il dogma massonico, così nel campo dell'intelligibile come in quello del sensibile, sì delle idee e sì dei fatti, è rappresentato dalle parole: Scienza, Libertà, Lavoro, Fratellanza, Solidarietà. Il potere dogmatico risiede in diversi gradi, in tutti i Liberi Muratori; perchè tutti sono un emblema vivente del dogma religioso e civile, cominciando da quelli di 3° grado che sono Libero Muratore perfetto, Re Sacerdote, Profeta, ossia la consacrazione di sè sopra sè stesso e completa emancipazione politica, religiosa e morale.» Dal quale testo manoscritto ed autentico manifestamente si scorge come tutto in Massoneria, domma ed azione, consiste nel Panteismo o ne discende. E che non altro è perciò il così detto segreto massonico, l'arcano e l'antica ed occulta sapienza, di cui la Massoneria si vanta custode, depositaria, distributrice ed anzi venditrice, se non che quel rancido ed assurdo ammasso di spropositi pagani che parte ordirono e parte inventarono i neoplatonici alessandrini e che ora si chiama Panteismo. Or come, considerata la Natura, l'Origine e le Conseguenze di esso Panteismo, se ne debba dedurre, quasi come naturale e necessario portato il massonismo presente, secondo che già accennammo, faremo di dichiararlo più di proposito in altra corrispondenza.
Intanto, a conclusione di questa, crediamo utile di riferire qui quanto, non ha molto, ci fu scritto da una delle principali città d'Italia sopra certe arti massoniche, le quali abbiamo ragione di credere molto usate anche altrove. «Avendo letto (ci scrivono) le curiose notizie dalla Civiltà Cattolica pubblicate intorno alla Massoneria, mi prendo la libertà di far sapere alla Signoria Vostra anche questa. Ai primi di..... del 187... io era in... uffiziale di Sicurezza Pubblica. Ed essendo in quei giorni avvenuto un grave furto in danno di... ebbi dai miei Superiori l'incarico di fare una perquisizione domiciliare ad una giovane colla quale costui era in relazione. La giovane si chiamava... ; aveva diciotto o venti anni. Non ricordo le altre sue generalità. Ma ricordo benissimo che era sospetta alla polizia per reati contro la proprietà e che era già stata condannata alla pena del carcere per furto di... Costei andava sempre (e credo che vada ancora) vestita da uomo cui somigliava nelle fattezze, con disinvoltura ed eleganza e si spacciava studente di Medicina, frequentando caffè ed altri ritrovi della gioventù.
«Recatomi al suo domicilio in via... venne essa stessa ad aprirmi in abito virile. Alle mie interrogazioni manifestò chi era. E nel rovistare per casa le Guardie trovarono e mi mostrarono parecchi biglietti stampati d'invito con bollo azzurrino, alla Loggia Massonica... in via... ed una sciarpa in tela d'argento della stessa forma di una stola da Diacono: che aveva ricamato sull'uno dei lembi un pugnale in forma di croce, parte in oro, parte in argento, e sull'altro lembo una Rosa (Rosa-Croce).
«Chiestole io se era Massona, me lo confessò ed aggiunse che era stato Massone anche suo padre. Costei conviveva con sua madre vedova e con un fratello di dodici anni che, in così giovane età, fu già parecchie volte arrestato per essere fuggito di casa. So che la Massoneria, d'indole malvagia e corruttrice, in questa città, insidia specialmente le Maestre e le Levatrici: e ne ha già arruolate parecchie nelle sue file.» Il che serva di avviso ai Padri ed alle Madri di famiglia. Giacchè se le Maestre Framassone, armacollate di Croci, di Rose e di Pugnali possono, a poco a poco e senza che la cosa paia, massonescamente illuminare le menti e perfezionare i costumi della loro mal affidata figliuolanza, molto più facilmente possono le Levatrici Framassone esercitare sapientemente la Mopseria, la Medicina e la Scienza occulta secondo le teorie massoniche del Panteismo pagano.    

[CONTINUA]