lunedì 30 dicembre 2013

Cesare Battisti: l'ennesima vergogna sull'altare della patria astratta...




La città di Trento imbandierata con i colori asburgici
allo scoppio della Grande Guerra.

Cesare Battisti nacque nella Trento asburgica il 4 febbraio 1875 , da Cesare, commerciante, e dalla nobildonna Maria Teresa Fogolari. Dopo aver frequentato l'Imperial Regio Ginnasio a Trento, l'attuale Liceo Classico Giovanni Prati, si spostò a Graz, dove incontrò e si legò al gruppo di marxisti tedeschi affiliati alla setta e con i quali  fondò un giornale sovversivo che però venne prontamente censurato dal buon governo Imperial-Regio; dopo la parentesi di studi a Graz, approdò nella  Firenze liberale per frequentare l'università.
Si laureò nel 1898 in geografia. Seguendo le orme dello zio materno, don Luigi Fogolari (conosciuto sovversivo condannato a morte dall'Imperial-Regio governo per cospirazione e poi graziato), e con l'influenza degli ambienti settari marxisti, abbracciò presto gli astratti ideali nazionalisti dell'irredentismo.  Inizialmente egli era di idee "federaliste" ma le cattive compagnie e il "cattivo sangue" da parte di madre lo spinsero a diventare un convinto irredentista. Si occupò di  politica mettendosi alla testa del "movimento socialista trentino": all'apparenza  egli si "batteva per migliorare le condizioni di vita degli operai" ma in realtà i suoi comizi erano volti a propagandare l'irredentismo. Inizialmente fece credere che il suo intento non era quello di annettere al regnucolo del Savoia le terre che per secoli venivanno egregiamente governate dalla Casa d'Austria, ma per l'autonomia del Trentino. Nel 1900 fondò il giornale socialista "Il Popolo" e quindi il settimanale illustrato "Vita Trentina", che diresse per molti anni.
Nel 1911 riuscì a farsi eleggere deputato al Reichsrat, il Parlamento di Vienna. Nel 1914 entrò anche nella Dieta di Innsbruck. Si sposò con Ernesta Bittanti (Cremona, 1871 - Trento, 1957) ed ebbe tre figli: Luigi (1901 - 1946), Livia (1907 - 1978) e Camillo (1910 - 1982).
Frequentando l'università di Firenze ed entrando in contatto con il partito irredentista , divenne una spia al soldo del Regno d'Italia del Savoia. Poco tempo prima l'inizio della Grande Guerra , Cesare Battisti venne colto ad effettuare registrazioni sul territorio nei pressi di Trento per fornirgli al governo sabaudo.


Cesare Battisti con la divisa
da Alpino.
 
L'11 agosto 1914, appena due settimane dopo l'attentato massonico all'Arciduca d'Austria Francesco Ferdinando  e al seguente scoppio della guerra , il deputato Battisti abbandona nell'ombra e furtivamente  Trento trasferendosi entro i confini del Regno del Savoia.  Qualche giorno dopo lo seguì anche la moglie con i loro tre figli. Il fratello Giuliano, che era nato il 30 luglio 1868, e il padre rimasero invece a Trento.
Battisti diventò subito un propagandista attivo per l'intervento militare sabaudo contro l'Impero Austro-Ungarico, tenendo comizi pregni di menzogne nelle maggiori città della penisola italiana e pubblicando articoli facinorosi interventisti su giornali e riviste: durante uno dei suoi comizi nella città di Cremona egli vomitò una delle sue più meschine menzogne ; disse che l'Imperatore Francesco Giuseppe portava via  ai sudditi del Tirolo/Trentino  bestiame e frumento costringendoli a vestirsi con pelli di animali... Nulla di più falso e ingiurioso!

Molto probabilmente Cesare Battisti era legato più di quanto si pensi  alla massoneria, tanto che egli  riconobbe  ad essa un ruolo nei nefasti accadimenti :

« "... molto, moltissimo devesi alla Massoneria se la causa di Trento e Trieste ha ancora fautori in Italia e se l’irredentismo si è gagliardamente ridestato e, malgrado le opposizioni neutraliste, affermato". »

(Cesare Battisti - Lettera a Bernardo Degregorio, "Venerabile" della loggia massonica di Corato - 5 marzo 1915)

Il 24 maggio 1915, l'Italia sabauda dopo il suo voltagabana  entrò in guerra contro gli Imperi Centrali. Battisti , arruolatosi volontario , venne inquadrato nel Battaglione Alpini Edolo, 50ª Compagnia. Combatte al Montozzo . Per il suo apparente coraggio ricevette, nell'agosto del 1915, un "encomio solenne". Venne trasferito ad un reparto sciatori al Passo del Tonale e successivamente, promosso ufficiale, al Battaglione Vicenza del 6º Reggimento Alpini, operante sul Monte Baldo nel 1915 e sul Pasubio nel 1916.
Nel maggio 1916 si trovava a Malga Campobrun, in attesa dell'inizio della famosa Strafexpedition (15 maggio - 15 giugno 1916), preparando la controffensiva sabauda. Il 10 luglio il Battaglione Vicenza, formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata dal tenente Cesare Battisti, di cui era subalterno anche un altro traditore , il sottotenente Fabio Filzi, ricevette l'ordine di occupare il Monte Corno di Vallarsa (1765 m) sulla destra del Leno in Vallarsa, dove avevano posizione cospique forze Imperial-Rergie austro-ungariche (erano per lo più Trentini, suoi , Veri, compatrioti).



Kaiserjager trentini.
 Nell' operazione suicida e mal gestita molti Alpini caddero sotto i colpi dei Kaiserjäger Trentini, mentre molti altri furono fatti prigionieri. Tra questi ultimi si trovavano anche il sottotenente Fabio Filzi e il tenente Cesare Battisti stesso che cercava di nascondersi  sotto i cadaveri dei soldati. Dopo essere stati riconosciuti, furono tradotti e incarcerati a Trento. A riconoscere l'irredentista traditore  fu il Welschtiroler Kaiserjaeger Bruno Franceschini, originario della Val di Non, nel Welschtirol (oggi chiamato Trentino).

La mattina dell'11 luglio, Battisti venne trasportato attraverso la città di Trento a bordo di un carretto, in catene e circondato da soldati e dal popolo. Durante il percorso una folla composta da  cittadini trentini e milizie lo fecero bersaglio di insulti e sputi , apostrofandolo come quello che era...un traditore! . In Via Manci, nel centro di Trento, suo padre gli sputò in faccia gridandogli TRADITORE!.


Cesare Battisti sul carro mentre viene trasportato al
Castello del Buonconsiglio.

Gli organi di stampa e la stragrande maggioranza del popolo (98-99%) lo considerava come «bancarottiere», «truffatore», «vigliacco», «disertore», «traditore dei suoi e dai suoi tradito»; il processo fu istruito con le adeguate garanzie del caso per l’imputato, il quale si era macchiato di alto tradimento e diserzione, e come tale fu giudicato.
Rammentiamo che la storia che il filone "patriottardo italiota" diffonde da quasi cent'anni non è altro che il frutto di una macchinazione atta a far passare l'ennesimo "poco di buono" (tanto per usare un eufemismo) come eroe e povera vittima...o addirittura una martire...
La mattina del 12 luglio 1916, fu condotto insieme al compagno traditore Fabio Filzi davanti al tribunale militare, che aveva sede al Castello del Buonconsiglio, al tempo adibito a caserma delle truppe Imperial-Regie. Nel castello erano presenti tantissimi soldati trentini e popolani che gridavano a gran voce "TRADITORE!". Durante il processo tenne un atteggiamento quasi "neutrale" rimanendo però convinto di ciò che aveva fatto e che ciò non lo rendeva un traditore. Nel verbale del processo, il Battisti con baldanza e isterica convinzione disse:

« Ammetto inoltre di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l'Italia, in tutti i modi - a voce, in iscritto, con stampati - la più intensa propaganda per la causa d'Italia e per l'annessione a quest'ultima dei territori italiani dell'Austria; ammetto d'essermi arruolato come volontario nell'esercito italiano, di esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l'Austria e d'essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. In particolare ammetto di avere scritto e dato alle stampe tutti gli articoli di giornale e gli opuscoli inseriti negli atti di questo tribunale al N. 13 ed esibitimi, come pure di aver tenuto i discorsi di propaganda ivi menzionati. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che consisteva nell'indipendenza delle province italiane dell'Austria e nella loro unione al Regno d'Italia. »

(Dal verbale dettato dallo stesso Battisti durante il processo)


Esecuzione di Cesare Battisti.

Alla pronuncia della sentenza di morte mediante capestro per tradimento, Battisti prese la parola e disse , sempre convinto di aver ragione, di essere fucilato invece che impiccato, come un soldato. Essendo un disertore e traditore della Patria, il giudice gli negò questa richiesta. Si procedette invece ad acquistare alcuni  indumenti da fargli indossare, dando esecuzione alla sentenza due ore dopo la sua lettura.
Il deputato del Parlamento di Vienna Cesare Battisti , finiva i suoi giorni da traditore sulla forca.
 Cesare Battisti, già passato al nemico,  stipulò  una polizza  sulla vita con una compagnia di assicurazione austriaca, la RAS. Dopo la sua impiccagione per alto tradimento, essa liquidò alla vedova – atto inconcepibile ad altre latitudini – l’intera somma pattuita in caso di morte del sottoscrittore: 10.000 Lire.


Cesare Battisti dopo l'esecuzione.

Il governo dell'italiella sabauda prima e repubblicana poi , utilizzò la figura del Battisti come quella di un "grande eroe". Ma se per assurdo, dopo aver conosciuto la verità, qualcuno abbia il coraggio di considerarlo ancora come "eroe", come considerare allora le migliaia di trentini/tirolesi , senza contare i Triestini e fiumani, che combatterono fedelmente per l'Imperatore? Sono forse loro da considerare traditori? Sono forse loro , nati a Trento o in altre città trentine , combattendo per la loro Patria (quella vera e concreta), ad essersi macchiati di "tradimento"? Ovviamente no! O si vuole forse affermare che un diputato disertore e traditore valesse e valga più di 60.000 trentini?...
Rammentate anche che nel corso della Grande Guerra i volontari nell'esercito sabaudo furono circa 8.000, mentre in quello Imperial-Regio i volontari provenienti dal Tirolo/Trentino , Voralberg e Sallisburgo ammontarono a 40.000! Alla luce di ciò si capisce chi era il buono e chi il cattivo.







Kaiserjaeger ampezzani prima di partire per il fronte: sono forse loro dei "traditori"? No!



Parlando del Cesare Battisti è giusto menzionare il fatto che il così detto "inno al Trentino" non fu affatto frutto dell'estro della di lui  vedova . Si trattò in realtà di un plagio dell'originale "Inno al Tirolo" , raccolto dal prete Livio Rosa.  

Ancora oggi nelle terre del Tirolo (Trentino) dove per tanti secoli si assaporò il buon governo asburgico gli anziani tramandano una canzone che tradotta dice così: "Maledetta quella volta che vennero gli italiani, non son mica tanti anni ma mi par una eternità. Oh tornassero i tedeschi col colore nero e giallo tornerebbe in queste valli il bel tempo che passò"...


Sono certo che alcuni "recidivi alla Verità" mi additeranno come una sorta di calugnatore. A queste persone dico apertamente che non ve dolo nel ricorrere al sostantivo traditore per indicare chi, come Cesare Battisti, deputato al parlamento di Vienna quale rappresentante dei legittimi interessi dei tirolesi di lingua italiana, che mai pretesero il distacco dalla madrepatria, complottava con il regno d’Italia , esercitando – nell’ambito  delle proprie funzioni – attività di spionaggio a danno dell’impero. Non è riprovevole additare quale traditore colui che, al servizio di una potenza nemica, volse le armi contro il proprio popolo. Popolo fedele nei secoli ad una patria comune, che non era e che non è l’Italia.


Fonte:

Testimonianze tra le quali quella di "Nonna Zelina".

http://www.welschtirol.eu/


Scritto da:

Presidente e fondatore dell'A.L.T.A. Amedeo Bellizzi.