lunedì 10 giugno 2013

Lincoln, guerra civile e secessione americana, parla Thomas DiLorenzo


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Proponiamo la traduzione integrale in italiano tratto da The Daily Bell dell’articolo Thomas DiLorenzo: More on the Myth of Lincoln, Secession and the ‘Civil War’, un’intervista realizzata da Anthony Wile a Thomas DiLorenzo (nella foto a sinistra), professore di economia alla Loyola University-Maryland’s Sellinger School of Business and Management, senior fellow del Ludwig von Mises Institute e membro associato dell’Abbeville Institute. Saggista economico-politico e storico indipendente autore tra gli altri dei libri The Real Lincoln: A New Look at Abraham Lincoln, His Agenda, and an Unnecessary War e Lincoln Unmasked: What You’re Not Supposed To Know about Dishonest Abe. (Traduzione di Luca Fusari)

TDB:  Vuoi ricordare ai nostri lettori una delle tue principali passioni intellettuali, ovvero le dispute accademiche sul “revisionismo nei confronti di Lincoln”. Chi era veramente Lincoln e perché hai speso tanto della tua carriera cercando di riportare alla realtà il profilo accademico su di lui?.
DiLorenzo: La mitologia su Lincoln è la pietra angolare ideologica dello statalismo americano. Era in realtà il più odiato di tutti i presidenti americani durante la sua vita, secondo un ottimo libro dello storico Larry Tagg intitolato The Unpopular Mr. Lincoln: America’s Most Reviled President. Fu così odiato al Nord che il New York Times pubblicò un editoriale auspicando che fosse assassinato. Ciò è perfettamente comprensibile: ha illegalmente sospeso l’Habeas Corpus e imprigionato decine di migliaia di dissidenti politici del Nord senza un giusto processo; chiuso oltre 300 giornali dell’opposizione; commesso tradimento invadendo gli Stati del Sud (articolo 3, paragrafo 3 della Costituzione definisce come tradimento «solo la guerra compiuta sugli Stati» o «dando aiuto e conforto ai loro nemici», che naturalmente è esattamente ciò che fece Lincoln). Ha imposto la coscrizione militare con l’assassinio di centinaia di manifestanti contrari alla leva a New York City nel 1863, con l’esecuzione di massa dei disertori dall’esercito. Ha deportato un politico del Congresso suo oppositore (il deputato Democratico Clement Vallandigham dell’Ohio), ha sequestrato le armi da fuoco, e ha emesso un mandato di arresto per il presidente della Corte Suprema quando il giurista emise un parere che solo il Congresso avrebbe potuto legalmente sospendere l’Habeas Corpus. Ha condotto una guerra non necessaria (tutti gli altri Paesi abolirono la schiavitù pacificamente in quel secolo), la quale ha provocato la morte di ben 850 mila americani secondo una nuova ricerca pubblicata negli ultimi due anni; rapportata alla popolazione di oggi, sarebbero 8,5 milioni di morti americani in una guerra durata quattro anni. Lincoln fu deificato dal Partito Repubblicano che monopolizzò il governo per mezzo secolo dopo la guerra. Il premio Pulitzer e romanziere Robert Penn Warren ha scritto nel suo libro, The Legacy of the Civil War, che tutta questa mitologia ha creato un’ideologia delle «false virtù» che è stata (ed è) interpretata dallo Stato americano per “giustificare” qualsiasi cosa combini, non importa quanto efferata ed imperialista. Secondo Warren, la verità su Lincoln e la sua guerra «dev’essere dimenticata», se uno vuole credere in questa “falsa virtù” che viene veicolata mediante lo slogan dell’”eccezionalismo americano”. Lincoln era un nazionalista ed un imperialista. Era l’erede politico di Alexander Hamilton e come tale ha sostenuto un governo che avrebbe servito l’élite danarosa a spese delle masse. Da qui la sua difesa permanente delle tariffe protezionistiche, del welfare aziendale, e di una banca centrale per finanziare tutto. Questo è stato chiamato “mercantilismo” nei secoli precedenti, ed è stato il sistema che molti coloni americani hanno combattuto durante la rivoluzione.
TDB: Cosa ne pensi del recente film di Steven Spielberg su Lincoln? I difensori di Lincoln stanno diventando sempre più disperati?.
DiLorenzo: Sì, il culto Lincoln sta diventando sempre più disperato. Spielberg ha assunto Doris Kearns-Goodwin, una plagiaria confessa, come suo consigliere per il film (si veda il mio articolo su LewRockwell.com intitolato A Plagiarist’s Contribution to Lincoln Idolatry). Il tema principale del film è esattamente il contrario della verità storica. Il tema principale è che Lincoln usò le sue abilità politiche leggendarie per favorire il XIII° Emendamento che abolì la schiavitù attraverso il Congresso. Ma se si legge la biografia più autorevole su Lincoln, dello studioso David Donald di Harvard, si apprende che non solo Lincoln non alzò un dito per aiutare i sinceri abolizionisti, ma letteralmente rifiutò di aiutarli quando andarono da lui e gli chiesero il suo aiuto. Lincoln ha utilizzato le sue capacità politiche per ottenere una prima bozza di XIII° Emendamento alla Camera e al Senato. E’ stata chiamata l’Emendamento Corwin, e avrebbe dovuto vietare al governo federale di interferire sulla schiavitù presente negli Stati del Sud. Anche Doris Kearns-Goodwin lo ha scritto nel suo libro, Team of Rivals, discutendo come l’emendamento, dal nome di un membro del Congresso dell’Ohio, fosse in realtà opera di Abraham Lincoln.
TDB: Perché lo dovrebbe essere? Il mito di Lincoln è un mito maggiore così centrale e ricorrente nel moderno eccezionalismo americano? Chi propaga questi miti e chi ci guadagna?.
DiLorenzo: Sì, il mito di Lincoln è il fondamento ideologico dell’”eccezionalismo americano” ed è stato a lungo invocato da entrambi i maggiori partiti politici per “giustificare” tutto e di più. Il presidente Obama ha citato e parafrasato Lincoln in un discorso davanti alle Nazioni Unite lo scorso settembre e nel suo secondo discorso inaugurale, per sostenere la sua agenda tesa ad interventi più aggressivi in Siria, Iran ed altrove. In particolare, ha ripetuto il mantra «tutti gli uomini sono creati uguali» tratto dal Discorso di Gettysburg facendone in qualche modo un dovere degli americani per spingere alla “libertà” tutti gli uomini e le donne del globo, in tutto il globo, con le armi se necessario. Questo è l’omicida, bancarottiera ed imperialistico gioco che la mitologia su Lincoln ha usato per “giustificare”.
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TDB:  Puoi contestualizzare Lincoln. Perché tale prolungata mitologia è così importante per l’attuale struttura di potere dell’anglosfera?.
DiLorenzo: Lo Stato non può dire alla gente che li sta mandando alla rovina e che manda i loro figli e figlie a morire in migliaia di guerre d’aggressione incostituzionali affinché il capitalismo clientelare possa essere imposto con le armi in Paesi stranieri, e in modo che il complesso militare-industriale possa continuare a rastrellare miliardi. Potrebbe rischiare una rivoluzione. Così deve invece usare parole suadenti sulle virtù e l’eccezionalismo americano, sulla “divina democrazia”, eccetera. E l’americano medio, che il grande HL Mencken ha indicato come «babbeo», ci crede.
TDB: Cerchiamo di sfatare un paio di miti. Lincoln ha fatto emettere biglietti verdi (greenbacks) in barba al ‘potere britannico sul denaro’? In altre parole, la sua guerra è stata combattuta come un atto di ribellione contro il colonialismo europeo? Dal nostro punto di vista, Lincoln era probabilmente in balia del sistema bancario di New York. Cosa ne pensi?.
DiLorenzo: Lincoln ha speso tutta la sua vita in politica, dal 1832 fino al giorno della sua morte, come lobbista per il settore bancario americano e delle aziende manifatturiere del Nord che volevano credito più conveniente mediante il finanziamento di una banca in mano al governo. Ha trascorso decenni a fare discorsi al fine di resuscitare la corrotta e destabilizzante Banca degli Stati Uniti, fondata in origine dal suo antenato politico, Hamilton. Nessun membro del partito Whig era più in intimità con l’establishment bancario americano di Lincoln, secondo lo storico Michael Holt dell’Università della Virginia nel suo libro sulla storia del Partito Whig americano. L’agenda Whig, che fu sempre l’agenda di Lincoln, fu descritta brillantemente da Edgar Lee Masters (compagno di studi di Clarence Darrow), nel suo libro Lincoln the Man. L’agenda è stata quella di far primeggiare «il sistema politico che distribuisce favori ai forti al fine di farlo vincere e mantenere la loro adesione al governo». Sosteneva che «un popolo tassato serva per far fare profitti alle imprese che non possono stare in piedi da sole». Il Partito Whig «non aveva alcuna piattaforma da annunciare, perché i suoi principi erano il furto e nient’altro» ha scritto Masters. Lincoln stesso una volta disse che ha ricavato tutte le sue idee politiche da Henry Clay, l’icona e il leader storico del Partito Whig.
TDB: Ti chiedo alcune domande difficili che saranno di interesse per i nostri lettori e ai nostri critici. Sono state mosse delle accuse da alcuni settori (poco raccomandabili) che staresti in qualche modo cospirando storicamente con una fazione dei Gesuiti al fine di promuovere inesattezze storiche riguardanti Lincoln poiché sei un professore alla Loyola. Potresti spiegare queste accuse in modo più completo e quindi a partire da esse confutarle?.
DiLorenzo: Io di solito non rispondo a domande insinuanti, tipo “quando hai smesso di picchiare tua moglie” poiché provengono sempre da persone con quoziente intellettivo a una sola cifra. Queste sono persone che non hanno la capacità mentale per imparare l’economia reale, quindi si mettono a blaterare di folli teorie cospirative. I Gesuiti alla Loyola in realtà mi odiano con passione, dal momento che sono, fatta una o due eccezioni, degli ideologi marxisti mentre io sono un libertario, vale a dire il diavolo. Leggi il mio articolo su LewRockwell.com dal titolo Tales from an Academic Looney Bin, se vuoi imparare il mio disprezzo per i gesuiti che gestiscono la Loyola University Maryland.
TDB: Grazie per le indicazioni. Ora però passiamo ad un’altra più seria questione, che ha a che fare con il ruolo di Jefferson Davis come presidente della Secessione sudista. Facciamo questa prefazione, è stato detto che sia la rivoluzione russa che l’ascesa della Germania nazista siano state apparentemente finanziate almeno in parte da Wall Street e dal denaro della City britannica, soprattutto attraverso le banche svizzere. Puoi commentare questa prospettiva, come ciò potrebbe aver influenzato anche i finanziamenti della Guerra Civile? È vero, per esempio, che molte guerre tra cui la Guerra Civile non sono esattamente quelle che sembrano e che ciò che chiamiamo il ‘potere del denaro’ appoggiando entrambe le parti del conflitto ne approfitti delle stesse?.
DiLorenzo: La guerra è sempre distruttiva per l’economia di una nazione, indipendentemente dal fatto che la si vinca o la si perda. La guerra è l’opposto del capitalismo. Il capitalismo è un sistema di pacifici scambi reciprocamente vantaggiosi, a prezzi di mercato, in base alla divisione internazionale del lavoro. La guerra distrugge la divisione internazionale del lavoro e distoglie risorse, dal tranquillo scambio capitalistico, verso la realizzazione di morte e distruzione. Tuttavia, ci sono sempre dei profittatori di guerra, persone che traggono profitto dalla vendita e dal finanziamento di un esercito. Uno non ha bisogno di inventarsi una teoria della cospirazione su questo: i profitti di guerra sono un affare e sono sempre esistiti come una caratteristica essenziale di tutte le guerre.
TDB: Ci sono anche interrogativi sollevati su Napoleone Bonaparte e se il ‘potere del denaro’ fu utilizzato per sostenere la bellicosità del generale francese per i propri scopi. Puoi commentare? E’ possibile che la Guerra Civile sia stata organizzata e finanziata da coloro i quali in Europa avevano un’agenda tesa a diminuire l’eccezionalismo degli Stati Uniti e a viziarne il suo repubblicanesimo?.
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DiLorenzo: Preferisco non rispondere a domande anonime come questa. Chi afferma questo, e qual è la sua credibilità? Quali sono le sue credenziali? Hanno scritto qualcosa che posso leggere per giudicare la loro capacità di ragionamento? Qualsiasi stolto può dire cose pazzesche e suggerire qualsiasi strana teoria del complotto su internet. Inoltre, l’”eccezionalismo americano” non è diventato uno strumento dell’imperialismo americano fino a dopo la Guerra Civile.
TDB: Il ‘potere del denaro’ è un fenomeno bancario e gran parte del potere bancario si trovava in Gran Bretagna durante il tempo di Lincoln, così come oggi. Le banche di New York hanno avuto ampi rapporti con il potere bancario britannico. E da quello che possiamo dire, Lincoln ha ottenuto un vasto finanziamento, quale base del suo potere, da queste stesse banche. Quindi qui c’è un’altra questione che va al cuore della questione finanziamenti: perché la Gran Bretagna era presumibilmente dietro al Sud? E’ possibile che questo fosse uno stratagemma storico? L’establishment bancario britannico era filo-nordista anche se l’aristocrazia era filo-sudista? Vi furono interessi bancari britannici tesi a perpetuare questa confusione?.
DiLorenzo: Non esiste una “Gran Bretagna” che abbia sostenuto o non sostenuto il Sud. Ci sono stati importanti privati ​​cittadini britannici come Charles Dickens che si schierarono con il Sud nei loro scritti, ma ci furono anche quelli con statura simile che appoggiarono il Nord. Vi consiglio il libro di Charles Adams intitolato Slavery, Secession, and Civil War: Views from the United Kingdom and Europe, 1856-1865. Dal momento che il Sud ha continuato a commerciare con l’Inghilterra durante la guerra, c’erano delle banche britanniche che hanno parecchio finanziato questo commercio e avrebbero pertanto sostenuto il Sud per questo motivo. Alla fine della guerra, il governo britannico era spaventato a morte che Sherman guidasse il suo esercito contro di loro attraversando l’Atlantico come atto di vendetta per questa collaborazione.
TDB: E’ possibile che al sistema bancario britannico non importasse chi avrebbe vinto la guerra, dato che gli Stati Uniti sarebbero stati irrimediabilmente indeboliti? I banchieri inglesi auspicavano questo indebolimento, compresa una perdita della nostra libertà e un aumento dell’autoritarismo governativo? E’ così?.
DiLorenzo: Poiché i banchieri sono dei banchieri e non dei giornalisti e scrittori, non vi è alcun modo di sapere il loro parere su questa domanda senza prove scritte. Chi sostiene di conoscere questo senza tale testimonianza registrata sta semplicemente affermando aria fritta e sprecando il vostro tempo. Gli intellettuali inglesi come Lord Acton compresero e hanno scritto come il risultato della guerra sarebbe stato un governo degli Stati Uniti che sarebbe diventato più tirannico e imperialista. Nella misura in cui alcuni banchieri britannici lessero tale letteratura e tendevano ad essere d’accordo con Lord Acton, sarebbe potuta essere la loro opinione. I banchieri britannici del XIX° secolo non erano onniscienti, non erano dei maghi di Oz o degli orchestratori di eventi mondiali più di quanto tu e io lo siamo.
TDB: Ecco una domanda un po’ più difficile da rispondere a sfondo speculativo. E’ possibile che Jefferson Davis abbia avuto una relazione col potere monetario britannico? Spicca un fatto saliente: Davis ha servito come Segretario della guerra del Presidente Franklin Pierce e sebbene Pierce fosse un ardente sostenitore del diritto degli Stati membri, è stato anche ampiamente riportato che avesse rapporti con una potente società segreta degli Stati Uniti, i Knights of the Golden Circle. Puoi spiegare chi fossero i Knights of the Golden Circle e quale fosse la loro agenda? Ne abbiamo scritto su questo problema qui: Thomas James DiLorenzo on Abraham Lincoln, U.S. Authoritarianism and Manipulated HistoryEcco una breve descrizione di un libro sui Knights intitolato The Mysterious and Secret Order of the Knights of the Golden Circle«Pochi sanno dei Knights of the Golden Circle e ancora meno conoscono lo scopo per cui sono esistiti. Probabilmente è la più grande storia mai raccontata ad oggi nella storia degli Stati Uniti. (…) E’ stato detto di loro che fossero una delle organizzazioni più letali, più ricche, più segrete e sovversive e sotterranee della storia del mondo. (…) Il gruppo era molto ritualistico, la maggior parte dei quali furono presi in prestito dalla loggia massonica e successivamente dai Knights of Pythias. Alcuni erano anche membri dei Rosacroce». Per quale scopo Jefferson Davis fu coinvolto con i Knights? Era caduto in una trappola? Ha partecipato di sua volontà? Era un capro espiatorio?.
DiLorenzo: Non ne ho idea. Come potrebbe qualcuno saperne qualcosa se era una società “segreta” come tu affermi?. Jefferson Davis era un uomo brillante e altamente istruito che ha trascorso una lunga carriera nella politica nazionale e ha scritto un grande libro, The Rise and Fall of the Confederate Government. E’ inimmaginabile per qualsiasi politico americano a lui successivo aver potuto scrivere un saggio così incredibilmente perspicace ed autenticamente educativo. Questo non è il tipo di uomo che avrebbe potuto essere facilmente ingannato da una loggia massonica locale.
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TDB: Sono domande corrette? Davis fu il Presidente della Secessione del Sud, ma si dimostrò un leader inefficace, le sue politiche in molti modi hanno sabotato il Sud e la sua aspirazione alla secessione. La sua fu sincera incompetenza?.
DiLorenzo: Davis non fu un dittatore. Ebbe un sacco di aiuto nel perdere la guerra, in particolare dai suoi generali che insistettero su tattiche di battaglia napoleoniche che furono a loro insegnate a West Point e che erano ormai obsolete a causa dell’avvento, intorno alla metà del XIX° secolo, di tecnologia militare più letale. Uno dei suoi più grandi fallimenti fu l’attesa fino all’ultimo anno di guerra per mettere in pratica ciò che il generale Robert E. Lee sostenne fin dall’inizio, l’offerta agli schiavi della libertà in cambio del loro arruolamento tra le fila dell’esercito confederato per combattere in difesa del loro Paese.
TDB: Un’ultima domanda. Fu Davis che impostò l’andamento del conflitto, inspiegabilmente dichiarando ostilità formali, perché lui e i suoi generali non combatterono una guerra di guerriglia che sarebbero stati quasi certi di vincere? Il Generale Lee insistette per scontri formali con il Nord, ma non aveva né i mezzi né gli uomini per vincere una guerra di logoramento di questo genere. Perché non perseguì ben note tattiche di guerriglia che potessero produrre una vittoria o almeno una situazione di stallo?.
DiLorenzo: No, fu Lincoln che lanciò un’invasione degli Stati del Sud. Le dichiarazioni di Davis furono solo parole. Aver dato più risorse a guerriglieri come John Singleton Mosby e Nathan Bedford Forrest avrebbe potuto far vincere la guerra al Sud, ma Mosby fu cacciato fuori dal VMI e Forrest fu quasi totalmente formalmente ignorato. L’istituzione militare confederata era controllata dai diplomati di West Point che sapevano poco o nulla di guerriglia. Quando gli fu chiesto dopo la guerra quale fosse il suo subordinato più efficace, Lee disse che fu un uomo di nome Forrest.
TDB: Certamente la carriera di Davis dopo la guerra non fa molto per contraddire l’ipotesi che questi non ebbe un ruolo non riportato dalla storia. Non ha mai subito una lunga condanna, in seguito nel corso della sua vita visitò l’Inghilterra e fu sostenuto da una ricca vedova, Sarah Anne Ellis Dorsey, che fu un membro rilevante e rappresentante dell’aristocrazia del Sud con i suoi numerosi collegamenti europei. Questo potrebbe anche dimostrare che Davis avesse profonde connessioni con la struttura del potere britannico. Tutto questo è solo una supposizione meramente frivola?.
DiLorenzo: Si.
TDB: Ok, passiamo al tuo recente libro, False Virtue: The Myths that Transformed America From A Republic to an Empire. Ci puoi spiegare di cosa si tratta per i nostri lettori e perché l’hai scritto?.
DiLorenzo: Questo è qualcosa a cui sto ancora lavorando. Ho intenzione di farne un libro della storia dell’utilizzo del mito di Lincoln negli ultimi 150 anni o giù di lì, per sostenere l’imperialismo americano in politica estera.
TDB: Stai lavorando a qualcos’altro?.
DiLorenzo: Oltre a questo, sto lavorando a un libro sulla politica e l’economia di guerra.
TDB: Credi ancora che la secessione sia possibile per uno o più di questi “Stati Uniti”? Potrebbe avvenire senza spargimento di sangue?.
DiLorenzo: Grazie a Dio, gli ex servi dell’impero sovietico ebbero da affrontare solo un comunista totalitario come Gorbaciov e non un Lincoln. La secessione pacifica è l’unica via d’uscita dalla nuova schiavitù per l’americano medio, e accadrà solo se avremo un presidente che sia più simile a Gorbaciov che a Lincoln. Questa è una ragione in più perché il mito di Lincoln debba essere distrutto.
TDB: Vi sono ostilità profonde tra il governo federale e gli Stati degli Stati Uniti?.
DiLorenzo: I babbei in America per il momento sembrano felici di sopportare qualunque asservimento supplementare che il governo federale proponga a loro. Le cose però possono cambiare quando ci sarà l’iperinflazione e il loro sistema sanitario sarà distrutto dalla medicina socializzata di Obama, o se uno dei Paesi più piccoli e relativamente indifesi con cui il governo degli Stati Uniti è perennemente in disputa, in qualche modo si vendicherà in grande stile. Questo solo potrebbe indurre i babbei a porsi finalmente domande come: ‘i miei figli sono davvero stati sacrificati e mandati a morire affinché le persone in Siria possano essere governate da un diverso dittatore scelto dalla Cia?’.
TDB: La secessione non è un legittimo diritto costituzionale?.
DiLorenzo: L’articolo 7 della Costituzione spiega che il documento doveva essere ratificato dagli «Stati liberi e indipendenti», come vengono chiamati nella Dichiarazione di Indipendenza. L’unione degli Stati fondatori e di diversi Stati fu facoltativa, riservandosi il diritto di recedere dall’Unione in futuro se essa fosse diventata lesiva dei loro diritti. Dal momento che ogni Stato ha diritti uguali nell’Unione, questo era valido per tutti gli Stati. Ecco perché, all’inizio della guerra civile, la stragrande maggioranza degli editoriali dei giornali del Nord erano a favore della secessione pacifica. La maggior parte di loro citavano Thomas Jefferson dalla Dichiarazione affermando che i governi derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati, e quando questo consenso viene ritirato è dovere dei popoli abolire quel governo e formarne uno nuovo. Lincoln distrusse l’Unione volontaria dei Padri Fondatori e la sostituì con una Unione forzata in stile sovietico tenuta insieme con la minaccia di una guerra totale condotta sulla popolazione civile di qualsiasi Stato che nel futuro avesse tentato di avvalersi delle argomentazioni di Jefferson ed agire di conseguenza. E’ significativo che alla vigilia della guerra civile furono proposte diverse leggi federali per mettere fuori legge la secessione. Ciò si verificò perché tutti in quel momento capirono che la secessione era perfettamente legale e costituzionale. Potrebbe non essere la scelta giusta, ma la secessione è un diritto che le persone di qualsiasi società libera dovrebbero avere.
TDB: Internet sta contribuendo a creare un’ondata di libertà nella coscienza degli elettori degli Stati Uniti?.
DiLorenzo: Sì, senza dubbio. Ecco perché alcuni dei nostri politici più odiosi e tirannici, come Obama, Lieberman, McCain e Schumer, sembrano essere costantemente tesi nel censurare o in qualche modo spegnere internet “per ragioni di sicurezza nazionale”.
TDB: Quante vere “nazioni” gli Stati Uniti comprendono?.
DiLorenzo: Il tempo ce lo dirà. Jefferson, ai suoi tempi, credeva che ci fossero almeno 7 o 8 regioni che potrebbero essere delle nazioni indipendenti americane, e scrisse che avrebbe augurato a loro tutto il bene come a tutti gli americani, «nostri figli».
TDB: Che dire dell’Europa? Ci sarà una frattura dell’euro e forse della stessa Unione europea?.
DiLorenzo: Penso che stiamo assistendo al crollo dell’Unione europea, dell’euro e del Welfare State europeo. Noi tutti dovremmo pregare che ciò accada il più velocemente possibile.
TDB: Che ne pensi della Cina?.
DiLorenzo: La Cina è ora più capitalista degli Stati Uniti e il suo governo è meno tirannico del governo di Washington DC.
TDB: Internet sta contribuendo a causare queste “devoluzioni”?.
DiLorenzo: Quando l’AFL-CIO cospirò con la Chiesa cattolica in Polonia per sovvertire il comunismo contrabbandarono dei fax nel Paese in modo che gli anti-comunisti potessero complottare e comunicare. Internet rende tutto questo infinitamente più facile da realizzare.
TDB: Il XXI° secolo è più promettente di quanto lo furono il XIX° e il XX° secolo quando si tratta di guerre su larga scala e la manipolazione dei vari elettorati in Occidente e altrove?.
DiLorenzo: Una virtù del XIX° secolo fu che la scuola pubblica, per il burocratico lavaggio del cervello, non fosse ancora molto sviluppata. Certamente lo è oggi, ed è per questo che l’America è diventata una nazione di pecore stataliste.
TDB: L’attuale sistema di potere monetario a corso forzoso è sull’orlo dell’estinzione? Se è così, che cosa ne prenderà il suo posto?.
DiLorenzo: Sì. Questo è quanto ci dicono tutte le turbolenze economiche in Europa. Mi piacerebbe vedere un ritorno del gold standard. Questo dovrà accadere se vogliamo evitare che in tutto il mondo vi sia un collasso economico simile a quello della Grande Depressione.
TDB: Alla luce di tutti questi fatti, che ruolo gioca la mitologia di Lincoln?.
DiLorenzo: E’ ancora la pietra angolare ideologica dello statalismo americano, ma stiamo facendo progressi.
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTOh56rEiC8OodY4GR6hOVmoAZX1Dx1TZxKAB4uCl9CXRjNrFhwTDB: Gli Usa torneranno ad un modello più libero e più autosufficiente?.
DiLorenzo: Solo se la secessione pacifica sarà consentita di verificarsi.
TDB: Il modello di società statunitense precedente alla guerra civile può essere un modello per una società più sostenibile in futuro?.
DiLorenzo: Tolta la schiavitù, naturalmente. Gli Articoli della Confederazione e dell’Unione perpetua erano di gran lunga superiori alla Costituzione che li ha sostituiti (e che ha omesso il termine ‘perpetuo’).
TDB: Potremo mai tornare indietro? La storia è lineare o ciclica?.
DiLorenzo: Io non credo in tale determinismo. Siamo in grado di correggere gli errori. Abbiamo deregolamentato il petrolio e i trasporti nel 1980, il socialismo è crollato in tutto il mondo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 ed è stato sostituito da regimi più orientati al mercato.
TDB: Qualche altro commento o previsione?.
DiLorenzo: Il Partito Repubblicano continuerà a diventare sempre più irrilevante ed impotente, l’establishment del Partito Democratico finalmente si leverà la maschera e si riveleranno come i socialisti totalitari che sono sempre stati, e il futuro politico lo faranno i giovani sostenitori di Ron Paul.
TDB: Grazie per il tempo concesso, ancora una volta.

Il commento all’intervista

Thomas DiLorenzo era un po’ irritato con noi perché lo abbiamo punzecchiato sulla questione dei Gesuiti. Ma lo abbiamo fatto perché una minoranza dannosa, che possiamo solo chiamare i fautori del “mutuo sociale” e i neonazisti lo hanno attaccato per essere influenzato dal centro di formazione gesuita per il quale lavora.
Il denaro è potere e coloro che sfidano lo status quo sono pericolosi per le istanze internazionaliste. Così i globalisti hanno attaccato DiLorenzo su Lincoln perché ha smascherato l’uso da parte di Lincoln dei greenbacks come denaro effettivo. Il denaro è un sistema complesso. Non è matematicamente riducibile. Solo il libero mercato, con la sua ‘mano invisibile’, è in grado di organizzare i soldi nel contesto delle complesse relazioni che esistono in una società moderna (anche se certamente tali rapporti potrebbe e dovrebbero essere semplificati). Ma secondo alcuni, solo lo Stato, se adeguatamente guidato da politici responsabili, è in grado di soddisfare i bisogni della società e la domanda di denaro. DiLorenzo è stato attaccato anche da questa fazione socialista perché ha chiamato Lincoln per quello che era: il padre dell’impero Usa.
Prima di Lincoln, era convinzione comune che ogni Stato potesse separarsi dall’Unione. Dopo Lincoln, era chiaro che nessuno Stato avrebbe potuto staccarsi senza affrontare l’azione militare. Tale situazione continua ancora oggi. DiLorenzo è uno scrittore consequenziale. Ha aumentato la nostra comprensione su chi fosse veramente Lincoln e dove l’eccezionalismo americano ha preso una piega sbagliata. Nonostante gli attacchi da parte dei suoi critici, egli è uno storico originale e coraggioso, e non vediamo l’ora di leggere altre sue opere.