lunedì 11 febbraio 2013

La Monarchia sacra Parte Sesta : La Monarchia sacra e il Papato : L’Imperatore Enrico III (1039-1056) e la riforma del Papato

Enrico III
Enrico III, indicato talvolta anche come Arrigo III, della Dinastia Salica (28 ottobre 1017Bodfeld, 5 ottobre 1056),  Rex Romanorum dal 1039 al 1056, e dal 1046 Imperatore del Sacro Romano Impero.


Nella seconda metà del 1044 una rivolta cittadina cacciò dall’Urbe Papa Benedetto. Il Pontefice, infatti, aveva parecchio scandalizzato i Romani con la sua immo- rale condotta, attirandone l’odio. Questi allora decisero di eleggere un antipapa che si fece chiamare Silvestro III (1045). I fautori di Benedetto, tuttavia, i potenti Conti di Tuscolo, alla cui famiglia Benedetto apparteneva, riuscirono a rientrare in città e sconfissero la fazione avversaria. Così il Papa, nel marzo, era già reinsediato sul suo trono usurpato. Tuttavia, pochi mesi dopo, in maggio, si assisté ad un ulteriore colpo di scena: Benedetto rinunziava solennemente al Pontificato, seguito anche da Silve- stro, che rientrava nel suo vescovado d’origine, in Sabina. Venne indicato come nuo- vo Pontefice l’arciprete di S. Giovanni a Porta Latina, che assunse il nome di Gregorio VI (5 maggio 1044). La condotta scandalosa e la sospetta abdicazione di Benedetto, l’atteggiamento scismatico di Silvestro, la dubbia elevazione di Gregorio, che alcune fonti dicevano ottenuta simoniacamente, convinsero il nuovo Imperatore, Enrico III detto il Nero (1039-1056), strenuo sostenitore della moralizzazione del ceto ecclesiastico, ad intervenire senza indugio. Così, giunto in Italia, convocò a Sutri un concilio (20 di- cembre 1046) ove si decise la condanna dell’antipapa Silvestro, la deposizione di Gre- gorio, in attesa che vi comparisse Benedetto VIII. Il sovrano, senza attendere oltre, si recò poi a Roma, dove una seconda adu- nanza decise la deposizione del contumace. Enrico, quindi, indicò in Suidgero, Vesco- vo di Bamberga, il candidato per il trono pontificale. Questi, acclamato dal clero ro- mano, assunse il nome di Clemente II (1046-1047). Pochi giorni dopo la sua introniz- zazione, nella solennità di Natale, il nuovo Papa consacrava in S. Pietro il sovrano francone, mentre i maggiorenti dell’Urbe gli conferivano il titolo di Patricius Roma- norum, la più alta carica cittadina.  Clemente II rinnovò a vantaggio del sovrano il privilegio consuetudinario degli Imperatori cristiani di confermare l’avvenuta elezione del nuovo Pontefice, mentre i maggiorenti della Città eterna, prelati e laici, andando ancor più in là, promisero ad Enrico di non procedere ad alcuna designazione senza il suo consenso: principatus in electione semper ordinandi pontificis [parte principale nell’elezione del nuovo pontefi- ce]335. Tale decisione trovò ampi consensi anche tra prelati di specchiata virtù come S. Pier Damiani, che plaudì per la decisione presa dai cittadini di Roma336. Il Pontefice venne a morte poco dopo, nel gennaio 1047. Alla sua scomparsa, Benedetto IX, ancora grazie all’appoggio della sua fami- glia, riuscì per pochi mesi ad usurpare la cattedra papale, mentre i Romani chiedeva- no ad Enrico di designare il nuovo Papa. Questi indicò allora Poppo, vescovo di Bres- sanone, che assunse il nome di Damaso II, che però morì a Palestrina dopo soli 23 giorni (9 agosto 1048). Il sovrano designò allora, durante una dieta imperiale a Worms, un suo parente, Brunone, Vescovo di Toul, che prese il nome di Leone IX (1048-1053). Papa Leone, spalleggiato incondizionatamente dal pio monarca, proseguì instancabilmente fino alla morte (9 aprile 1054) la politica di moralizzazione e corre- zione del clero. Anche il successore di Leone venne suggerito dall’Imperatore. I maggiorenti ro- mani, giunti a Magonza, per comunicare la morte del Papa, attesero dal principe la nomina del nuovo sommo pontefice. Venne designato un altro membro del clero tede- sco, giudicato dal sovrano più degno di quello dell’Urbe. La scelta di Enrico III cadde su Gerardo, vescovo di Eichstädt, anch’egli imparentato col sovrano e suo con- sigliere, il quale prese il nome di Vittore II (1055-1057) che seguì le tracce dei suoi pre- decessori nell’attuazione della riforma dei costumi del clero. Durante il suo breve pon- tificato, venne a morte l’Imperatore (5 ottobre 1056) che aveva solo 39 anni. Lascia- va un erede giovanissimo, Enrico IV (1056-1115) sotto la reggenza della madre, l’Imperatrice Agnese.