martedì 25 settembre 2012

Referendum vietato nella democratica Italia. E i plebisciti truffa?

 Referendum vietato nella democratica Italia. E i plebisciti truffa?



di ETTORE BEGGIATO

Bene. Abbiamo capito che nella “democratica” Italia non si può convocare un libero referendum attraverso il quale il popolo veneto possa democraticamente esprimere la propria opinione sul proprio futuro. Ce l’hanno spiegato dotti costituzionalisti con argomentazioni, per la verità, non proprio convincenti. Peccato che nella nostra, cara, vecchia Europa nel 2014 si terrà un analogo referendum in Scozia, e saranno solo gli scozzesi a votare per decidere il futuro della Terra di Braveheart.
Nella patria del cavillo e del “combinato disposto” sarebbe però interessante capire come gli stessi costituzionalisti “giustifichino” il plebiscito-truffa del 21-22 ottobre 1866, con il quale il Veneto passò sotto il Regno d’Italia.
Ho acquistato proprio in questi giorni un prezioso documento dell’epoca; è un manifesto con il quale si convoca il plebiscito per i giorni 21 e 22 ottobre e nel quale si “intima” di votare SI; non c’è nessun altra opzione: la “democratica” Italia, fin da allora, non lasciava alcun spazio per esprimere liberamente il proprio voto. Proprio come al giorno d’oggi. Ma vediamo il contesto nel quale si scrisse una pagina fondamentale per il futuro dei Veneti, una pagina che la stragrande maggioranza dei Veneti ignora (e d’altra parte che interesse avevano la scuola e la cultura italane a spiegarci come sono andati i fatti, non si sa mai…):
1- Alla fine della III guerra d’indipendenza, l’Austria si rifiuta di “passare” il Veneto a quell’Italia che aveva pesantemente sconfitto per terra (Custoza) e per mare (Lissa). Lo “gira” alla Francia affinchè “sotto riserva delle popolazioni debitamente consultate” come sta scritto nel trattato di pace, venga organizzata una libera votazione: in questo momento sono i Veneti i protagonisti del loro futuro. Viene riconosciuto al popolo veneto quello che al giorno d’oggi si chiama “diritto all’autodeterminazione”;
2- Il plebiscito viene convocato il 21 e 22 ottobre 1866;
3- Due giorni prima del voto, la nostra Terra veneta passa dalle mani del plenipotenziario francese ai Savoia rappresentati dal generale Genova Thaon di Revel;
4- I veneti vanno a votare quando i giochi sono già stati decisi, fra intimidazioni e brogli pesantissimi, con schede di colore diverso e con manifesti di convocazione come quello allegato.
E Indro Montanelli, che non era un pericoloso indipendentista veneto, parla di “plebisciti-burletta”.
Come giustificheranno i “nostri” costituzionalisti i vari plebisciti-truffa con i quali nacque il Regno d’Italia? Era il 1866 e nella nostra Europa c’erano una ventina di stati…oggi sono più del doppio: è un processo irreversibile, ieri a Barcelona due milioni di persone hanno giosamente manifestato chiedendo l’indipendenza, nel 2014 la Scozia andrà al voto, poi toccherà anche al Veneto, in maniera altrettanto pacifica e non violenta.
E’ solo questione di tempo, si può già iniziare a scommettere quando finirà la parentesi italiana nel Veneto.