mercoledì 19 settembre 2012

La Civiltà Cattolica anno XIX, serie VII, vol. IV (fasc. 445. 22 Settembre 1868) Roma 1868 pag. 39-59. R.P. Valentino Steccanella S.J. SAGGIO CRITICO DELLA SOCIETÀ MASSONICA 2

 

NATURA E FINE

IV

Lo scopo della Società massonica secondo quattro gravissimi autori.

Il Razionalismoe la Democraziasono gli elementi, che armonizzando le intelligenze creano la unità di cognizione in massoneria.. L' abbiamo dimostrato nei paragrafi antecedenti. Conviene ora indagare il fine, che derivante da tali elementi armonizzatori forma la unione o concordia delle volontà nella prosecuzione del lavoro massonico. Trovatolo, ci folgorerà limpido ed intero il concetto della confraternita. Il fine, come ognun sa, è di due maniere: ultimo o rimoto, prossimo o mediano. Il rimoto è quello, a cui tende con tutti i suoi sforzi la società operante, il prossimo, quello che ha ragione di mezzo o di scalino per giungere al rimoto. Qual è il fine ultimo inteso dalla massoneria, quali sono i fini mediani precipui, per i quali intende di conseguirlo? Ricerchiamoli.
Chiari e savissimi uomini, datisi allo studio di sicuri documenti, si misero all'opera del definirlo. Riportiamo le sentenze dei più nominati. Il francese Barruel, penetrando animoso nelle logge, che celansi dopo le spalle dei massoni più minuti (arrière-loges), trasse alla luce le grand objet de leur conspirations. Foschi sono i colori, ond'è dipinto, terribile il sembiante, pieni di ferocie i suoi propositi.
Infatti, cotesto grande obbiettoo fine è un mostruoso composto, proveniente dagli intendimenti di tre sette cospiratrici, incarnatesi nella massoneria: « la setta dei sofisti increduli ed empii, che si propone di sterminare dal mondo fino l'ultimo sentore di cristianesimo, la setta dei sofisti della rivolta, che mira all'annientamento di ogni autorità regia esistente, e la setta dei sofisti della empietà e dell'anarchia, germinata dalle due antecedenti, la quale non solamente cospira contro il cristianesimo e contro l'autorità regale, ma eziandio contro ogni maniera di religione, contro ogni maniera di Governo e contro ogni specie di proprietà [2].»
Lo scozzese Robison, professore di filosofia naturale e segretario della società reale di Edimburgo, si addentrò pure nelle segrete cose della massoneria e ne dedusse la stessa conchiusione. Iniziato a Liegi nella splendida loggia de la Parfaite Intelligence e graduato maestro scozzese , visitò le logge della Francia, del Belgio, della Germania, della Russia, e tale fu la stima, a cui salse, di valente massone che ebbe l'orrevole incarico di oratore in una loggia di Pietroburgo. Invitato a montare più in su ne' recessi degli alti gradi, rifiutò. Intanto certe dottrine che udì, certe cerimonie che vide ne' suoi viaggi, lo misero in sospetto, che bollisse in segreto alcun che di grave: i gradi del perfetto massone scozzese, i rituali, i catechismi, le istruzioni, che intorno ad essi capitarongli alle mani, gli apersero gli occhi; ed i fatti che osservò nelle logge lo convinsero di ciò che avea incominciato a sospettare. Imperocchè egli osservò, che queste divenivano spesso il ritrovodei novatori in politica ed in religione;che la segretezza del tetto della loggia era adoperata per divulgare impunemente e propagare in ogni contrada sentimenti avversi alla religione ed all'autorità politica; chetale impunità incoraggiava a poco a poco uomini di licenziosi principii a darla per mezzo, insegnando dottrine sovvertitrici di ogni nozione della moralità, di ogni confidenza nel reggimento di una sovrana provvidenza, di ogni speranza circa la vita futura, ed inculcando la impossibilità di aver contento e pace nello stato di civile soggezione. In fine dopo di aver osservato, come sotto colore di illuminare il mondo colla face della filosofia e di sgombrare la fitta nebbia della superstizione civile e religiosa, che mettea le nazioni dell'Europa in tenebre ed in ischiavitù, venivano consummati reiissimi attentati, vide sotto l'influsso di coteste dottrine, diffusesi a poco a poco e mescolatesi in tutti i sistemi della massoneria, sbucare formata un'associazione con determinato proposito di sradicare tutte le religioni e di rovesciare tutti i Governi esistenti in Europa [3].
Quarant'anni dopo si pose alla stessa impresa lo svizzero Carlo Ludovico di Haller. Volto precipuamente il suo studio circa la massoneria della sua patria, la ricercò in tutti i suoi andamenti e le sue opere. Ciò che ella fosse prima della rivolta del 1798, ciò che ella facesse insidiatasi dominatrice, come rinvigorisse dopo un breve abbattimento al principio del secolo, per quali vie si allargasse, con quali mezzi si rafforzasse, tutto egli espose, disaminò, discusse al lume chiarissimo dei fatti contemporanei, degli statuti e degli scritti massonici fino al 1840. Ebbene qual è la conchiusione, che sgorga perenne da questo suo studio? Dal fondo delle brame massoniche, balenare di luce sinistra, quale obbietto di un pertinace lavorio, l'annientamento di ogni religione, il rovesciamento di ogni autorità esistente, l'abolizione di ogni diritto naturale, che porti qualche civile disuguaglianza [4].
Chi ignora la lotta mortale ingaggiata da Emilio Edoardo Eckert, avvocato sassone, con tutto l'Ordine massonico? Giratogli dal fisco un processo, perchè avea scritto in una sua relazione, che tre spartimenti del Ministero eran venuti a mano della società massonica, rifiutò di comparire dinanzi al tribunale prima che fosse abolita la massoneria in Sassonia, avendo saputo, che la maggior parte dei giudici se le era venduta schiava. A sua giustificazione scrisse una Memoria di due grossi volumi, che da capo a fondo è una terribile inquisizione di tutto l'Ordine, specialmente in Francia ed in Germania, e la indirizzò al Parlamento sassone a modo di petizione [5]. Pochi anni appresso rincarì la derrata con un'altra scrittura, e col titolo, che le mise in fronte, disse aperto, quale fosse la conchiusione di questi suoi lavori e lo scopo, a che mirava, nei termini seguenti: Raccolta di argomenti per la condanna della Frammassoneria, come principio attivissimo di distruzione a danno della religione, dello Stato, della famiglia e della proprietà per mezzo dell'astuzia, del tradimento e della violenza [6]. I documenti, che porta, sono gravi, conchiudenti, numerosi: l'argomentazione, quando si appoggia ad essi, trae una gagliardia di persuasione irresistibile.
Il fine, che in tutte e quattro le testimonianze citate si pone a carico della società massonica, non si presenta egli sotto la figura di una mostruosità orribile, infame e degna di tutti gli odii e di tutte le imprecazioni? No: accusa più forte e più veemente poteasi bandirle addosso. Eppure le viene apposta da quattro gravi scrittori, i quali, appartenenti a quattro nazioni diverse, in tempi differenti e dopo un serio e prolungato studio di documenti e di fatti convengono per vie disuguali nella medesima sentenza! Questa concordia, chiamatela come volete, porta seco un grande valore, e deve esercitare non piccola forza sull'animo del lettore. Infatti, le opere del Barruel e del Robison, uscite alla luce nell'Inghilterra, gittarono lo sgomento nei popoli dell'Europa, e per testimonianza del massone Preston vi arrestarono la marcia progressiva della confraternita [7]. La Memoria dell'Eckert potè tanto sui Deputati sassoni, che il Ministro riputò cosa più savia accettarla, istituire una giunta, che la esaminasse, rispondere alle interpellanze fattegli in proposito, benché poscia trovasse modo di spacciarsene senza danno della società accusata [8].
Passeremo noi oltre senza udire le difese della massoneria sotto il peso di tante accuse? Mainò: quest'atto sarebbe un atto villano, sarebbe un'ingiustizia. Esse sono di tre specie. Eccovi in compendio la prima: - «I quattro citati scrittori non meritano alcuna fede. Il Barruel fonda la sua dimostrazione su pietre sconnesse; rappresenta la scena della sua congiura in Francia e va a rifornirsi di prove in un chiostro di Baviera; mancando di fatti gl'inventa, e fallendo i documenti, gli attinge con ingegnose interpretazioni a lezioni che sono ancora da discoprirsi. Il Robison, svolgendo i gradi scozzesi, trae conseguenze che non portano le premesse. Il libro dell'Haller «è un libello infamissimo, ridicolissimo, disprezzabilissimo per chi ha in capo un granellino di buon senso: esso afferma e non prova il nesso tra la massoneria e la vera società cospiratrice».
Quanto all'Eckert, non ti curar di lui, ma guarda e passa: somiglia tutto a quel vecchio, di cui è detto nel Fausto, che, quando parla, sembra un coro di cento mila pazzi. La massoneria, qual è, e quale deve essere, fiammeggiar pura di ogni macchia e comparire innocua alla religione ed allo Stato: i gradi aggiunti meritar forse la riprensione come novità; quanto al loro valore intrinseco, doversi tenere in conto d'innocenti ed inoffensivi trastulli [9].»Finquì la prima difesa. Qual è il suo valore? Quel delle ciance, perchè tutta composta di asserzioni senza prove: quello della calunnia, perchè grava scritti e scrittori di accuse mendaci. Le ciance e la calunnia percuotono l'aere, non convincono le intelligenze. Il Barruel, il Robison, l'Haller, e l'Eckert hanno portato documenti, hanno prodotto testimonianze, hanno recato fatti, donde filano diritte quanto alla sostanza le loro conseguenze. Perchè i massoni non ne hanno mostrata la falsità? Hanno invece preferito il mezzo più ovvio di gittare colla maldicenza lo sprezzo e il discredito in sul capo degli avversarii: sprezzo e discredito iniquo, che ricade sopra gli autori.
Ben altra fu la seconda specie di difesa, in cui, messe da banda le ciance, si venne a fatti. Le Memorie del Barruel furono, per opera della consorteria, proibite, sotto un cumulo d'ingiurie giornalistiche, in grandi monarchie: furono involate con arte finissima a persone di grado altissimo nella società politica [10]. L'Eckert vide la sua potente Memoriasoppressa senza rumore; vide i singoli numeri del giornale, da sè fondato contro la massoneria, ghermiti senza pietà dalle unghie del fisco. Ruinato nell'avere se n' and`ó a Berlino per ottenere la soppressione della massoneria nel reame prussiano. Ma vi pagò tosto il fio di avere osato assaltare con tanta baldanza la società nel suo quartier generale pressochè di tutta Germania, perchè fu fatto prigione dalla polizia sotto pretesto di una congiura, tramata contro il Re ed il Principe reggente, ed ebbe in conto di grazia l'uscirne salvo [11]. Essendo chiaro, che contro i fatti e tali fatti non valgono gli argomenti, non aggiungiamo sillaba di confutazione.
Non così il Wat-kins. Egli entra diffilato nella discussione, ed argomentando in difesa del proprio Ordine, dice: - « Uomini leali e pii continuare la benevolenza del loro patrocinio verso la Società; altri di somma saviezza e di alto grado aver visitato le logge di diverse nazioni, e trovatele incolumi dal morbo dei rei principii apposti: lo stesso Robison, finché visse fuori d'Inghilterra, non avervi incontrato in che appuntarle. Or come è possibile, che la massoneria siasi di botto mutata di buona in rea, di religiosa in empia, di devota verso i principi in ribelle cospiratrice; e quando fosse ciò accaduto, tanti uomini savii e pii non se ne sarebbero avveduti, non le avrebbero negata la loro protezione? Sì per certo. Il Robison adunque ed il Barruel hanno esagerato senza modo le accuse, e quanto hanno scritto è lavorio di fantasia riscaldata da travolti giudizii e non conseguenze fondate nella verità.» - Tanto il difensore: ma egli colpeggia al vento. Non si tratta di qualechesiasi possibilità, sibbene della reale esistenza di numerosi documenti, che mettono in piena luce dottrine sovvertitrici di ogni ordine, come proprie della massoneria; si tratta di un fatto terribile, dello scoppio della rivoluzione francese e de' suoi atti spaventosi, siccome strettamente connessi colle dette dottrine e coi loro professori. Ecco il punto da percuotere: esistono sì o no tali documenti; le dottrine contenutevi sono sì o no proprie della massoneria; la rivoluzione francese é si o no connessa con tali dottrine e colle società massoniche. Lasciato intatto questo punto dal difensore, dura in tutta la sua gravità l'accusa dei quattro avversarii contro la massoneria.
Lo stesso Wat-kins sembra che non lo disconosca: concede quindi la probabilità, che alcuni massoni moderni datisi alla incredula filosofia siensi intruppati sotto la bandiera massonica per occultarsi; nega sdegnosamente l'opinione che dalla massoneria siano usciti gli assalti della rivoluzione francese, che rovesciarono Governo e religione, fa appello ai futuri storici, i quali, secondo lui, daranno la taccia di critici insipienti ai Robison ed ai Barruel [12]. Ma che? il Cremieux, il Barbier, il Lamartine, il Grisar, Luigi Blanc, l'Angherà, il Rebold, il Pelletan, il Sydow e cento altri massoni e non massoni, citati da noi altrove, provando colle loro testimonianze la sagacia del Robison, del Barruel e di quanti con essi giudicarono la massoneria quale fucina, dove si è lavorata la rivoluzione francese, e poi tutte le altre, che le sono venute appresso, hanno per l'opposto dato al Wat-kins la taccia di falso profeta.
Il conte di Moira, G. Maestro della massoneria inglese, entrò pure in campo con una sua difesa [13], la quale tutta simile alla precedente è da tenersi in simil conto. A sterpare i principii della rivolta e dell'empietà, che s'erano radicati nell'Inghilterra, il Parlamento decretò la soppressione di tutte le società e di tutte le riunioni: fece una sola eccezione, e questa in favore delle logge massoniche. Grandi sono i vanti, che ne hanno menato i massoni, citandola quale splendida confermazione della propria innocenza. Ma con poco prò: perchè se il Parlamento fece cortesia alle logge d'Inghilterra, non ne usò niuna con quelle della Scozia, e nella cortese eccezione pose loro tali vincoli di giuramenti, di denunzie e di altro, che, come esseri pericolosi, le affidò alla sopraveglianza del Governo, e fecele dipendenti nella lor vita dal cenno dei consigli degli spartimenti provinciali [14]. .
Ondeché ragguagliate le partite delle accuse e delle difese, troviamo, che queste o non valgono punto, perchè senza prove, o se pure valgono alcun che, questo è tutto in favore degli accusatori. Fino a nuove e valide discolpe la società massonica rimane quindi sotto il gravissimo pondo delle apposte cospirazioni contro la Chiesa, contro lo Statoe contro la Proprietà.

V.

Lo scopo della Società massonica descritto dai Massoni.

Contuttociò noi non intendiamo di arrestarci. I massoni negano, che lo scopo dell'Ordine sia quale ci viene foscamente dipinto dai quattro citati scrittori. Or bene ci dicano essi di grazia in che propriamente consista. Se ne contentano? Noi ci acconciamo alle loro asserzioni. I massoni tedeschi affermano, che il puro concetto della massoneria rifulse limpido infino a' tempi moderni solamente nella Germania. Cerchiamolo nei loro scritti. Fra questi sono altamente commendati, come savissimo testo massonico , quelli del Lessing. Ecco quanto vi rileviamo di netto:
«Gli Stati riuniscono gli uomini in corpo sociale, affinchè i singoli individui abbiano l'agio di godere in modo migliore e più sicuramente la propria parte di felicità. Ma che? in questi corpi così ordinati v'è un profondo guaio: la diversità delle nazioni, la diversità delle credenze religiose, la diversità delle condizioni, ed altrettali distinzioni. Donde sgorga, che la società civica non può unire in corpo gli uomini senza spartirli, nè spartirli senza cagionare tra essi larghe scissure, senza levarvi alto il malefico muro della divisione. Di qui il diritto di lavorare di nuovo contro cotali separazioni. A tale uopo è da desiderare grandemente, che in ogni Statov'abbiano uomini, che siano scevri dei pregiudizii di nazionalità; checonoscano bene, dove il patriottismo cessa di essere virtú; che non soggiacciano ai pregiudizii della religione in cui son nati; che non credano dover essere necessariamente buono e vero, quanto essi professano, come buono e come vero; cui la grandezza cittadina non acciechi; e la piccolezza non annoi; nella cui società l'alto si abbassi, ed il piccolo francamente s'innalzi.... Che direste, se i Frammassoni fossero cotesti uomini che hanno tolto a proprio conto di unire il più strettamente che sia possibile, quei disgregamenti, onde gli uomini sono resi stranieri gli uni agli altri? Io certo me li figuro, come gente, la quale ha per l'appunto preso liberamente sopra di sè l'incarico di lavorare contro i mali inevitabili dello Stato. Badate, non contro i mali inevitabili, che necessariamente provengono da una data forma di Governo, come tale. Di questi non s'impaccia più che tanto il massone, almeno in quanto massone. Ei lascia la cura di alleviarne il peso e di torli al cittadino, il quale a misura del suo intendimento e del suo animo può occuparsene a tutto suo rischio. Mali di ben altra specie, mali di ben altra gravita sono l'obbietto della operosità del massone. No: non sono i mali che fanno malcontento il cittadino, a cui egli mira; ma sibbene quelli, onde il più felice tra i cittadini non può esser libero. Lavorare contro di questi (entgegenarbeiten)! Forse per annientarli affatto? Ciò non può essere: lo Stato verrebbe parimenti annientato. Neppur conviene disvelarli tutti di un colpo a quelli che non ne hanno alcun sentimento conoscitivo. Il cagionare in essi cotesto conoscimento vivissimo a poco a poco, curarne i germogli, trapiantarli altrove, addoppiarli, procacciarne il rigoglio, ecco ciò che qui significa lavorar contro [15]»
Testimonianza tutta sfavillante di luce massonica. Secondo essa : 1° la società umana nel suo ordinamento presente è rosa dal canchero della separazione dei regni, delle credenze e delle condizioni; 2° v'è il diritto di sanarla, colmando ogni maniera di separazione coll'unificare tutti gli uomini in un corpo nuovo di società; 3° per l'esercizio di tal diritto vi bisognano uomini, che sappiano rinnegare all'uopo il sentimento di patria, le credenze della religione in cui son nati, e la condizione del proprio stato; 4° i massoni sono uomini di questa tempera, e lavorano alla grande opera della unìficazione generale degli uomini, annientando il sentimento di patria, annientando le credenze religiose e la diversità delle condizioni merce un'assidua, accorta ed ostinata insinuazione ad ogni costo dei principii demolitori. Una duplice idea leva quinci arditamente il capo: la unificazioneuniversale dei popoli, e lo sterminiodi tutti gli ordinamenti esistenti. La unificazionecomparisce quale ultimo intendimento dell'ordine, lo sterminioquale opera necessaria, o fine mediano per giungervi: questo è determinato dagli obbietti, su cui dee cadere, quella è lasciata indefinita nel mistero, salvo l'odorarvisi da lontano la repubblica umanitaria socialistica.
Il Fichte, filosofo e massone, scrisse filosoficamente della massoneria. Indagò e discusse il fine a cui tende, ed eccovelo bello e raggiante. Pensi tu, egli dice, che la massoneria abbia in mira alcuno di quei fini, per cui s'è formato quale che siasi ordine di cittadini nella società? Tutt'altro. Essa gli esclude tutti interamente e risolutamente. Tanto è cosa ridicola e da pazzo il credere, che gli adepti si adunino in segreto per fare buone scarpe, quanto il supporre, che studino a riformare in tutto o in parte lo Stato. Il massone, che dicesse altrimenti, non solamente sarebbe sprezzato come uomo di niuna coscenza massonica, ma ancora metterebbe in forse la sanità del proprio cervello. - La massoneria dee pur avere un qualche fine: - Sì; hallo, ma ben diverso da quel fine dannoso sopraindicato: se non fosse cosi, dovrebbe riputarsi una folle e vota buffoneria, anziché seggio di saviezza e di virtù. A voi massoni è proposto un fine, a cui non può mirare la più grande tra le società umane; un fine che non può essere conseguito altrimenti che al patto di appartarsi dalla società, di segregarsi compitamente da essa; un fine sì alto è questo: torre di nuovo gli svantaggi della forma di organamento, adoperata nelle più grandi società, e fondere e tramutare la forma particolare dello stato, o condizione separata, nella forma comune ed universale di tutti gli uomini, in quanto uomini. Questo scopo è nobile, perchè ha per obbietto gl'interessi più grandi degli uomini: è ragionevole, perchè esprime uno dei nostri più santi doveri: è possibile, perchè è tutto possibile ció che vogliamo. Dicendo che è necessario di appartarci dalla società civica non intendo, che dobbiamo chiuderci in solitudine: ma che spogliatici dei gretti sentimenti della nostra condizione particolare e della società civile in cui viviamo legati, ci poniamo dinanzi agli occhi, e dentro il cuore il fine della umanità, che è quello dellaunificazione degli uomini in una forma comune di ordinamento; che fatto nostro questo scopo, lo diffondiamo per tale, che vi lavoriamo attorno con mille ingegni per compierlo, e che solleviamo all'altezza di pura forma umanitaria quella che noi abbiamo. O è questo lo scopo della società massonica, o non ve ne ha alcun altro: sapienza e virtù vi sono strettamente associate [16].
Così filosofa il Fichte tutto in conformità del Lessing: forma di organamento unificante tutti gli uomini, fine ultimo, e annientamento progressivo di tutte le separazioni di stati, di religioni, di condizioni, opera necessaria, o fine mediano, per giungervi: a questo dover lavorare incessantemente il massone, svestitosi di ogni sentimento che il porti in contrario, e ciò non solo per naturale diritto, ma per istretto obbligo imposto dalla umanità. In somma la duplice idea di unificazionee di sterminio anche nel Fichte non fallisce punto con quel mal odore di repubblica universale o socialistica, che ne esce da ogni lato.
Terzo tra cotanto senno poniamo il Seydel, il quale pure studiò la massoneria sotto il riguardo. filosofico, e compose un discorso per i non massoni da avergli meritato il titolo d'ispirato [17].
Le sue conchiusioni, spogliate del misticismo che fa lor velo, sono in sostanza: «lo scopo della massoneria esser quello della umanità, cioè l'unione della natura e di Dio, ottenuta coll'annobilire la morale: i massoni lavorare intorno ad esso infaticabilmente. Il passo mediano per giungere a tanta altezza essere il rannodamento delle parti divise nella società, sicchè n'esca un tutto; quindi gli adepti strettisi in unità di pensiero e di sentimento ed avendo in mira il bene universale della umanità essersi obbligati a pugnare in ogni luogo e con tutte le loro forze, e ad annientare ogni tendenza personale, ed ogni elemento di divisione contrario al detto mezzo tanto in sé medesimi, quanto in altrui. Di che rendersi manifesto, che la tendenza o lo spirito personale non deve regolarsi, sia da certe considerazionio da certi insegnamenti(religiosi), sia da certi riguardio da certe condizioni dello spirito (posti o tradizioni domestiche), sia dallospirito di nazionalità o di famiglia, o da quale che si fosseattraimento di propria scelta(sposa), ma dalla tendenza originale, che guida all'ultimo scopo [18].» In poche parole che cosa vuole l'autore ispirato? Vuole, che ogni più nobile sentimento del cuore sia indegnamente calpestato dagli individui. Vuole che siano distrutte le naturali separazioni nell'ordinamento sociale. Vuole che tutto questo venga sacrificato in omaggio della unificazione generale degli uomini sotto una forma sola, velata col mistico titolo di unione della natura e di Dio.
Abbiamo tre uomini Lessing, Fichte, Seydel, riputatissimi per conoscenze massoniche presso l'Ordine. Tutti e tre scrivono dell'ultimo scopo della massoneria, tutti e tre ne favellano colla freddezza del filosofo. Eppure, non ostante che l'uno abbia scritto nel 1788, l'altro nel 1802, il terzo nel 1859; non ostante che il primo abbia ragionato movendo, come da un punto sodo, dallo svolgimento storico della umanità, il secondo dall'ultimo fine della medesima, il terzo dalle tendenze dell'individuo, tutti e tre, perchè retti dallo stesso lume massonico nel loro discorso, sono giunti alla medesima conchiusione, launificazione dei popoli, ultimo scopo; l'annientamentodegli ordinamenti civili presenti, di ogni Chiesa , della ineguaglianza sociale in risguardo delle condizioni, qual mezzo necessario, o fine immediato. Una ventina di testimonianze di altri chiari massoni tedeschi vi citeremo ad un fiato in confermazione, se non temessimo di andar troppo per le lunghe.
I massoni tedeschi si danno il vanto di aver eglino soli conosciuto infino a questi dì il vero concetto dell'Ordine. Sia pure. Ma eccovi da questa parte i massoni inglesi, i quali indicano la G. Loggia di Londra, come la madre e la prima ispiratrice di tutte le logge dell'universo: eccovi da quella i massoni francesi, i quali affermando di aver ricevuto l'arte realedalla G. Loggia di Londra, sostengono ancora, che fu loro mercè, se essa aggrandì nel mondo e fiammeggiò nitida nella sua idea e ne' suoi principii. Ebbene convengono gli uni e gli altri circa lo scopo massonico cogli scrittori tedeschi? Giudicatelo dalle seguenti testimonianze.
Il cav. Ramsay il più ardente tra i primi inglesi propagatori della massoneria in Francia, cosi ne descrisse lo scopo, come Grande Oratore dell'Ordine in un suo discorso del 1740. «Il nobile ardore, che voi dimostrate, egli disse ai novamente iniziati, nell' arrolarvi all'antichissimo ed illustrissimo Ordine dei frammassoni, è prova sicura, che voi possedete tutte le qualità necessarie per diventarne membri. Queste qualità sono: filantropia savia, morale pura, secreto inviolabile e buon gusto delle belle arti. Licurgo, Solone, Numa e tutti gli altri legislatori politici non hanno potuto dare ferma durata alle proprie fondazioni, nè quantunque savie fossero le loro leggi, si sono estese a tutti i paesi, ed a tutti i secoli... La filantropia non ne era punto la base. L'amor della patria mal conosciuto, e portato all'eccesso annientava nelle repubbliche guerresche, da essi fondate, l'amor dell'umanità in generale. Gli uomini non sono tra sè distinti essenzialmente per la differenza delle lingue che parlano, nè per la diversità degli abiti che vestono, o de' paesi che occupano, o delle dignità che tengono. Il mondo intero non é che una grande repubblica, della quale ogni nazione è una famiglia, ed ogni individuo un figlio. Per far rivivere e propagare coteste massime antiche, ricavate dalla natura dell'uomo, fu stabilita la nostra società... [19].»Tale è la sua conchiusione: le premesse sono titubanti, malamente poste. L'oratore non potea fare altrimenti attesa la condizione delle persone, a cui favellava, allora allora iniziate, e la qualità dei tempi e delle opinioni, che correano. Ciò non ostante chi non vede tutto intero nella sua luce il duplice scopo capitale della massoneria: l'ultimo nella repubblica unificante tutti i popoli e tutti gl'individui mercè un ordinamento comune proveniente dalla loggia, e l'immediatonell'annientamento delle forme e delle dottrine esistenti, civili e religiose, mercè il lavorio continuato degli adepti nell'impiantare e crescere principii edanciennes maximes, prises dans la nature de l'homme, cospiranti all'ultimo fine? Tant'è: il Ramsay quindi ci chiarisce, che il concetto massonico circa lo scopo dell'Ordine professato nell'Inghilterra, donde egli traevalo, era quel desso, intorno a cui filosofavasi dalle logge figlie in Germania, e che importato in Francia, veniva lavorato in miglior forma dalle logge erettevi.
Volete vedere il grado di perfezione, a cui fu condotto nei tempi moderni? Il Rebold, storico approvato delle tre G. Logge francesi, vi si mostra cortesissimo nel descrivervelo. «La Frammassoneria dei nostri giorni, egli dice, proclama la fraternità universale, quale scopo, a cui si è proposto di mirare; i suoi conati tendono costantemente a spegnere tra gli uomini i pregiudizii di casta, le distinzioni de' colori, di origine, di opinione, di nazionalità; ad annientare il fanatismo e la superstizione, a sterpare gli odii nazionali e con essi il flagello della guerra; in una parola, a pervenire, per la via di un progresso libero e pacifico, allo stabilimento del diritto eterno ed universale, secondo il quale ogni individuo possa liberamente e totalmente esplicare tutte le sue facoltà e concorrere con tutta la pienezza delle sue forze alla felicità di tutti, ed a formare con questo mezzo di tutto il genere umano una sola e stessa famiglia di fratelli, uniti col triplice legame dell'amore, della scienza e del lavoro. Questo scopo è simboleggiato dal tempio universale dellaverità, della umanità, della fraternità, tempio che in vastità vince qualunque altro, avendo a confine i confini della terra, intorno alla cui costruzione i veri adepti lavorano senza posa, affinchè giunga un dì a mostrarsi in tutto lo splendore della sua maestà e della sua bellezza, quale eterno omaggio di riconoscenza alla gloria del Grande Architetto dell'Universo [20]. »Così il Rebold. Il riassunto di tutta la sua descrizione sono due parole: distruzione e ricostruzione. Distruzione di tutte le distinzioni sociali esistenti, su cui levansi i diversi ordinamenti politici: ricostruzionedi un nuovo tempio sociale, sopra il disegno di una forma universale, in cui scomparse le discrepanze di religione e di politica, le distinzioni di ricchi e di poveri, le varie caste di sacerdoti e di laici, di re e di sudditi, di padroni e di operai, segga reina la sola fratellanza universale.
Francesco Favre, redattore del periodico Le Monde maçonnique assai riputato, ci diè un Saggio filosoficodell'Ordine. Indicati in esso i principii proprii della società, quanto al fine immediato ci dice tondo, che questo consiste: «nell'emancipazione compiuta dello spirito umano, nel rispetto verso tutte le credenze sincere, nell'annientamento della ignoranza e dei pregiudizii, nella distruzione dei privilegi... giacchè tel est le but de leurs efforts et de leurs travaux, cioè dei massoni. Ma badate che, secondo lui, il modello tipo di un Governo è la democrazia delle logge, che «chi rimane fisso in uno statuto politico e religioso, corre diffilato alla sua rovina,» che la base della massoneria essendo «il libero pensiero, la libera discussione, il libero ragionamento», il domma, punto di dottrina invariabile, non può esser cosa massonica, che in fine «l'esercizio della beneficenza è un affronto al principio della dignità umana.» Di che avete tutto l'agio di capire, come l'opera massonica della distruzione si stenda sopra la Chiesa, che professa dommi, e sopra gli statuti politici, che non eguagliano il modello tipo, e sopra il principio di proprietà in servigio della dignità umana. Quindi intendete ancora ciò che valga questo suo sospiro circa l'ultimo scopo: «cosi operata la purificazione esposta, saranno compiuti e raffermati i veri principii della nostra società. Ma lungi dall'essere con ciò terminata la nostra impresa, sarà ancora in sul cominciare: imperocchè nulla si sarà operato infino a che l'opera non avrà tenuto dietro al precetto, infino a che noi non avremo attuati su tutta la faccia della terra ed ovunque applicati i tre termini indivisibili, contenuti nella divisa massonica: Libertà, Eguaglianza, Fraternità [21].
Qualche anno prima del Favre, il Marchal mise alle stampe un suoStudio critico e filosofico intorno la Massoneria. Le cui conchiusioni in sostanza sono: la massoneria considerata in astratto, apparire unaforza, un'idea teorica e pratica; sua vita essere il movimento, sua legge il progresso; bisognare al suo svolgimento, che ella s'incarni in una forma sensibile e visibile, appropriata alla sua natura; questo verificarsi ne' rituali e nella associazione, e compirsi efficacemente nel seno degli Stati; il suo movimento e la sua forma gittare una profonda e recisa separazione tra la società massonica e le religioni positive, inceppate dai dommi e dalle filosofie esclusive. Ciò posto«la massoneria opera liberamente fuori della sfera dell'attività individuale e sociale;» che è quanto dire o non incaricandosene, o calpestandola ogni qual volta cotesta attività le sia opposta: giacchè,«suo scopo (immediato) si è impadronirsi della iniziativa dell'individuo, renderla operativa ed efficace, quanto è possibile, rischiarandola, dirigendola e moltiplicandone le forze coll'associazione e colla unità degli sforzi: sua tendenza principalela unificazione del genere umano.» A dir tutto in breve, «essa deve creare un nuovo ordine d'idee negli spiriti, e condurre ad effetto ciò, che fu segnalato dal Prudhon alla politica contemporanea in quelle sue parole: affrettare il ritorno alle istituzioni ed ai principii dell'ottantanove, affermare il diritto dell'uomo e l'incarnazione della giustizia nella umanità.» Guai al Principe od al Governo, che non dà mano alla massoneria nell'attuare cotesto consiglio del Prudhon!«L'idea massonica entrerà nelle popolazioni sotto forma di sentimento, di forza cieca: essa diverrà l'anima delle rivoluzioni e delle società secrete, nella significazione più selvaggia della parola [22].» Avete capito a qual grado di perfezione sia stato condotto il concetto massonico in Francia? A quello di mettere le società alle strette, come fa l'assassino, con terribile pugnale in mano e con più feroce dilemma in sul labbro: consentite, che i principii iniqui e schifosi, predicati dal Prudhon, circa la famiglia e la proprietà si traducano in atto, oppure sarete preda del saccheggio, della violenza e della strage più sanguinosa: distruzione di ogni ordine esistente, unificazionesocialistica, o morte. Orrido scopo presentato sotto più orrida e truculenta proposta!
L'Italia massonica, al dire del Favre, va a fianco della Francia e procede con essa per la via tutta favorevole al progresso ed alle riforme. Pigliate in prova gli Statuti della Massoneria italiana al rito simbolico. Eccovi i termini dell'articolo VII: «A meta ultima de' suoi lavori si prefigge di raccogliere tutti gli uomini liberi in una gran famiglia, la quale possae debba a poco a poco succedere a tutte le sètte, fondate sulla fede cieca e l'autorità teocratica, a tutti i culti superstiziosi, intolleranti e nemici fra loro, per costituire la vera e sola chiesa della umanità. » A tal uopo l'articolo VI vi dice, che «il campo della sua azione abbraccia il progresso del bene sociale sotto tutte le condizioni e le forme, che possono convenire al suo fine; e quindi ogni progresso del bene economico, intellettuale, morale e politico.» Il Frapolli, G. Maestro fa sapere ai Figli della Vedovanell'indirizzar loro i nuovi Statuti, qualmente «la massoneria è ilsistema sociale, che essa aspira ad assorbire l'umana società intera»,e ciò col far scomparire ogni interesse politico e religioso dei sistemi presenti. Che più? la massoneria siciliana per la penna del F.*. Finocchiaro-Aprile ci dice a dirittura, che l'Ordine è la scuola della Democrazia, che tende a compiere i programmi del Mazzini, di Ledru-Rollin e dei consorti [23], tutti fiore di repubblicani socialisti. Insomma l'eco di distruzione ericostruzione socialistica viene fieramente ripercosso da un capo all'altro della penisola o per meglio dire in tutta Europa e fuori più o meno spiccato e minaccioso, secondo le congiunture de' tempi e de' luoghi.
Lasciate da banda le superfetazioni degli alti gradi, come testimonianza sospetta, non curati i riti, in cui si mostra il pugnale stillante sangue di strage e di morte, ci siamo fatti da presso a quei massoni, che colla freddezza del filosofo e di proposito hanno studiato l'intima natura dell'Ordine, abbiamo cercato quei volumi, che ebbero le più ample lodi massoniche. Alla domanda lor fatta: qual è lo scopo, a cui tende la vostra società? la risposta fu concorde, fu una: i nostri lettori l'hanno sentita. Or bene non si accorda essa nella sostanza con ciò che hanno asserito i quattro autori citati nel paragrafo antecedente? Tant'è: la massoneria, in quanto società, vuole la distruzione della religione, vuole la soppressione di qualunque distinzione civile. Lo dicono i quattro citati scrittori, lo dicono gli stessi massoni. La differenza sta solamente nel modo di proporne il programma; giacchè quelli lo disegnano su feroci documenti e lo incarnano nella immagine truculenta della rivoluzione francese; laddove questi gli danno un'aria di pace, di giustizia e di beatitudine senza pari. É tolta l'orridezza estrinseca, rimane la intrinseca, balenando nel vessillo massonico la terribile epigrafe: DISTRUZIONE, RICOSTRUZIONE.

VI.

Lo scopo della Società massonica, dedotto dalla natura de' suoi principii. Conseguenze pratiche.

Gravissime sono le testimonianze arrecate, ma pure individuali. Lo scopo massonico ricavatone non potrebbe egli quindi essere la espressione di opinioni particolari? Tutt'altro: esso fluisce dagli elementi di conoscenza, costitutivi della massoneria, come rigagnolo da fonte. Di guisa che se la società massonica non si proponesse lo scopo anzidetto, cesserebbe di essere; sarebbe una contraddizione. La ragione è facile. La unità di fine in ogni società deriva dalla unità di conoscenza, essendo, a modo di esempio, impossibile che uomini di commercio formino una data società industriale nel supposto, che siano in disaccordo circa i principii fondamentali della stessa. Abbiamo dimostrato nei paragrafi II e III, che gli elementi costituenti il fondo della natura massonica ed armonizzanti in unità di pensiero le intelligenze dei massoni sono due: il razionalismonell'ordine religioso, e la democrazia, più ampla nell'ordine politico. Or chi non vede a colpo d'occhio, che il fine o scopo massonico derivante da cotesto duplice elemento armonizzatore, deve portarne seco le qualità, come fa il rigagnolo in risguardo della sua fonte? Dunque la forma dell'ordinamento, a cui tende la società massonica, come a fine, deve essere schiettamente razionalisticain religione, e democraticanel senso più ampio della parola in politica. Ma questa forma è da attuarsi in società basate sopra religioni dommatiche, sopra distinzioni sociali, sopra principii più o meno monarchici od aristocratici, eccovi quindi la necessità per i massoni di annientare le religioni dommatiche, di sopprimere ogni distinzione sociale, di torre dal mondo ogni principio monarchico od aristocratico. Pognamo per un poco che la massoneria si dia a rassodare il domma religioso, la distinzione sociale, il principio monarchico. Quale vi comparirebbe in qúést'atto? Un assurdo, una contraddizione: perchè essendo i suoi principii opposti alle sue opere, distruggerebbe sè stessa. Adunque il grido che gitta tra i suoi adepti, è il grido più feroce di guerra: rovesciate, distruggete, annientate dommi, distinzioni e autorità, cada tutto in un fascio nell'abisso dell'oblio!
Badate però, che cotesta distruzione si può compiere in due modi: col mandare in aria tuttò il vecchio edifizio per uno scoppio di mina, ed indi sgombrati i ruderi, fabbricare il nuovo; oppure col ruinarlo alla sordina e col sostituirvi a poco a poco il disegnato. Lo scoppio della mina fu adoperato nella grande rivoluzione francese, ma con pessima prova per la massima parte degli adepti. Ora si tenta il secondo, più lento, è vero, ma più sicuro tanto per i lavoratori, quanto per l'esito. Gli ammonimenti, che un oratore massone dava ad alcuni iniziati maestri, valgano di prova. «Gli uomini, egli dicea, riversati dalla massoneria nel seno della società civile vi giungono col pensiero di operarvi una riforma paziente, sicchè sfrondando gli abusi non sono stolti a segno da pigliarli di fronte : essi scavano a poco a poco il terreno, insinuano a grado a grado i loro principii liberali e filosofici, e giungono insensibilmente a persuaderli senza scosse e senza reazioni. Gittate dell'acqua bollente in una tazza; ella si fende e va in pezzi; ma se voi la fate passare per tutti i gradi della calda temperatura, ella durerà intatta, e l'ardente bollimento dell'acqua non le cagionerà niun reo effetto, non ostante la sua fragilità. Così noi, prudenti riformatori, dobbiamo procedere lentamente ed aspettare dal tempo il compimento dell'opera nostra. Che se per l'opposto temerarii noi vorremo sterpare violentemente gli abusi, che ci travagliamo di torre , incontreremo la resistenza, pericolerà tutto il nostro lavoro. Camminiamo dunque con prudenza nella via del progresso, affine di conseguirlo più sicuramente [24].» L'arte è fina, è sommamente insidiosa, tendendo a scambiarvi, senza che ve ne avvediate, i santi principii, che avete succhiato nella famiglia e nella società cristiana con quei distruggitori della massoneria! Ma tant'è: tale si è lo scopo della massoneria, tale si è l'arte per conseguirlo. Conchiudiamo.
Che cosa è la Massoneria? Per rispondere a questa domanda ci è bisognato risolvere due quistioni. La prima circa la unità di conoscenza, e fu risoluta nell'articolo antecedente; la seconda circa il fine, ed è stata l'opera del presente. Dall'una e dall'altra unite ci spunta tutta da sé la risposta alla fatta domanda:
«La Massoneria è una società politico-religiosa, che professando lademocrazia più pura nell'ordine civile ed il naturalismo razionalisticopiù schietto in religione, tende con tutto lo sforzo a distruggereil presente edifizio sociale, ed a ricostruirlotutto su la base de' suoi principii.»
Volete vedere uno esempio di ciò, che sia questa ricostruzione? Guardate la grande rivoluzione francese! Decapitato il Re, scannati i sacerdoti, abolita ogni memoria di autorità regia ed ecclesiastica, i ricostruttori massoni si divorarono, si distrussero tra sè. Così Iddio punisce l'orgoglio umano!
Intanto eccovi alcune conseguenze a compimento di questo articolo:
1° Una società umana quale che siasi importa «la cospirazione di molti uomini al conseguimento comune di un fine da essi conosciuto e voluto.» Il fine immediato conosciuto e voluto dai massoni si è la distruzione della Chiesa, dell'autoritâ regia, delle distinzioni cittadine, provenienti o dalla nascita, o dalla proprietà. Per altra parte abbiamo provato che tra i differenti gruppi massonici v'è unità di dottrina, unità di fine ed unità di sforzo al comune intento [25]. Dunque la società massonica non è altro che una vasta cospirazione contro la Chiesa, contro i Re, contro la proprietà. Gli scrittori massoni hanno gridato, hanno schiamazzato contro questa affermazione. Ma tant'è; essa è una semplice conseguenza dedotta da fatti irrefragabili, perchè confermati dalle loro testi monianze.
2° La Chiesa cattolica ha per fondamento la fede divina, insegna che la ragione ultima di ogni autorità si appoggia a Dio: la società massonica invece si fonda sopra il razionalismo, e dice che l'ultima ragione di ogni autorità sta nel popolo. Sono quindi di natura avversa, sono incompossibili. E però non v'è scampo, o cattolico colla Chiesa, o anticattolico colla massoneria.
3° Per la stessa ragione, la massoneria ne' conati che fa per estendersi tra i fedeli, deve tendere necessariamente al distruggimento della Chiesa per surrogar sè stessa. Dunque il massone e chi lo giova nell'opera sua è un persecutore ed un distruggitore della Chiesa.
4° Niun cattolico può rendersi massone senza che si renda ad un tempo fedifrago verso la Chiesa, in quanto si collega co'suoi nemici e la combatte con essi. E però la sentenza di scomunica statuita dal Papa contro di lui è giustissima, non essendovi capo di niuna schiera, il quale non metta al bando e non cassi dalle sue file il soldato, che passa al campo nemico.

NOTE:

[1] V. il volume precedente, pag, 421 e segg.
[2] Mémoires pour servir a l'Histoire du Jacobinisme, Hamburg 1833. Discours préliminaire.
[3] I have observed these doctrines gradually diffusing and mixing with all the different systems of Free Masonry; till, al last, an association has been formed for the express purpose of rooting out all the religious establishments, and overturning all the existing governments of Europe. Proofs of a conspiracy against all the religions and Governments of Europe. London 1797, v. Introduction.
[4] La Frammassoneria e sua influenza sulla Svizzera, esposta e dimostrata istoricamente da Carlo Ludovico di Haller, tradotta con tutta fedeltà in lingua italiana da un amico del popolo e del progresso. Lucerna 1847.
[5] Der Freimaurer orden in seiner wahrenn Bedeutung. Dresden 1852.
[6] Magazin der Beweisführung fur Verurtheilung des Freimaurer-Ordens, als Ausganspunkt aller Zerstörungsthatigkeit gegen jedes Kirchenthum, Staathenthum, Familienthum und Eigenthum mittelst List, Verrath und Gewalt. Schaffhausen 1857.
[7] The circulation of these publications excited a general alarm, and for some time checked the progress of the Society in Europe. Illustrations of Masonry, B. IV, §. 13.
[8] Univers, 4 Mai 1852.
[9] Preston, loc. cit. pag. 255 e segg. Findel, Histoire de la Franc-Maçonnerie, v. II, pag. 13 e segg. 401, 402. Masonic miscellanies, 1811, pagine 195, 221.
[10] Carlo L. De Haller, La Frammassoneria e sua influenza sulla Svizzera, pag. 1, 2.
[11] La Franc-Maçonnerie dans sa veritable signification, par Ed. Em. Eckert, traduit de l'allemand par l'abbé Gyr. Liége 1854, pag. VII. La Franc-Maçonnerie en elle-même, par l'abbé Gyr. Liége 1859, pag. VII.
[12] Freemasons' Magazine, v. X, pag. 35.
[13] Lettera circol. del 3 Giugno 1798.
[14] V. Atto del Parlamento del 12 Luglio 1798. Cf. Continuation de l'histoire d'Angleterre du DocteurJohn Lingard, par M. De Marlès. Paris
1846, v. V, pag. 475.
[15] Ernst, und Falk, Gespräche für Freimaurer, Gesp. II, 1778.
[16] Philosophie der Maurerei, Briefe an Constant in den Eleusinien des 19 Jahrh. Berlin 1802.
[17] Nous suivrons un écrivain maçonnique contemporain M. Rud. Seydel, l'auteur inspiré des maçonnerie etc. Findel, v. I, pag. 13.
[18] Cf. Reden über Freimaurerei an denkende Nichtmaurer. Leipzig 1859. Findel v. I: Introduction.
[19] Discours prononcè à la réception des Freemaçons par Mr. de R., Grand-Orateur de l'Ordre.
[20] Histoire des trois G. L. de Francs-maçons en France, pag. 41.
[21] Documents maçonniques recueillis et annotés par François Favre. Paris 1866. Essai historique et philosophique §. II.
[22] Etude critique et philosophique sur la maçonnerie, par E. Marchal Paris 1861.
[23] La Massoneria e i suoi detrattori.
[24] Le Globe, Archives des initiations,1840. Discours prononcé en tenue de maître, pag. 11.
[25] V. Serie VI, vol. XI, pagg. 521 e segg.