mercoledì 29 agosto 2012

La Monarchia Sacra Parte terza : La Monarchia Sacra e la Teologia: Il rito dell’unzione dei Re dal punto di vista sacramentale


 
 

Il rito dell’unzione non è un vero e proprio sacramento, ma un sacramentale. Questa distinzione è fondamentale. I sette Sacramenti, istituiti direttamente da Cristo in ordine alla santificazione delle anime, producono il loro effetto soprannaturale ex opere operato. Sono, cioè, efficaci per se stessi, a prescindere sia dalle disposizioni di chi li conferisce, sia di chi li riceve.
«La santificazione è prodotta dal Sacramento stesso come tale, indipendentemente dalla santità del ministro, e anche senza che le disposizioni del ricevente vi concorrano come causa efficiente». Essi costituiscono chi li riceve nell’ordine soprannaturale.
Poiché la potestà temporale deriva da Dio in quanto autore dell’ordine di natura, e non avendo disposto il Divin Redentore l’elevazione di tale autorità all’ordine soprannaturale, è conseguente che il rito dell’unzione dei sovrani non sia mai stato inteso come vero e proprio sacramento, bensì come sacramentale.
Vero sacramento è invece quello che conferisce autorità nella Chiesa, società perfetta soprannaturale.
«L’Ordine è il Sacramento della potestà ecclesiastica. Esso infatti conferisce direttamente la potestà di santificare (potestà di Ordine) e dà insieme una particolare idoneità al governo e all’insegnamento sacro».
I Sacramentali, dice il Codice di Diritto Canonico Pio-Benedettino al can. 1144, “sono cose o azioni, che la Chiesa suole adoperare, imitando in qualche modo i Sacramenti, per ottenere mediante la sua impetrazione, effetti specialmente spirituali”.
Vi sono tre specie di sacramentali: 1) le consacrazioni; 2) le benedizioni; e 3) gli esorcismi.
«Le Consacrazioni sono riti con cui si costituiscono sacre, cioè dedicate a Dio, in modo irrevocabile e solenne, alcune persone o cose […] Uno di questi riti è vero sacramento, cioè la Cresima; gli altri riti consacratori sono sacramentali. Elemento essenziale è l’unzione con Olii sacri: l’olio penetrando profondamente l’oggetto unto, serve ad indicare molto bene la dedicazione completa dell’essere al servizio di Dio. Ministro della Consacrazione è per sé il Vescovo».
L’efficacia spirituale dei sacramentali si ottiene, parte ex opere operantis, ossia dalle disposizioni individuali di chi li riceve, parte mediante l’impetrazione della Chiesa:
«Non si applicano in essi i meriti di Cristo ex opere operato [come per i sacramenti veri e propri]; insieme però si esclude anche che tutta l’efficacia sia ex opere operantis: l’efficacia viene soprattutto dalle suppliche della Chiesa. Poiché Cristo ha promesso di esaudire le suppliche della sua Sposa, i Sacramentali hanno un’efficacia ben grande».
La Chiesa dal conferimento dei Sacramentali si ripromette principalmente dei benefici spirituali come «l’eccitamento ad atti di Fede, di Speranza, di Carità ecc., e conseguentemente, a seconda della perfezione di questi atti, condono di pene, remissione di colpe e infusione di Grazia santificante. L’infusione diretta della Grazia non vi è inclusa, essendo riservata ai Sacramenti».
Il sovrano, quindi, che s’accosta devotamente al rito consacratorio, riceve un Sacramentale, che non gli conferisce l’autorità, che detiene già per divina disposizione prima della cerimonia, ma, grazie ed in virtù dell’impetrazione della Chiesa, ottiene una serie di Grazie che gli saranno d’ausilio nel compimento dei suoi doveri di sovrano.