lunedì 18 giugno 2012

Fëdor Michajlovič Dostoevskij: L'ITALIA DEL RISORGIMENTO


Fëdor Michajlovič Dostoevskij, in russo: Фёдор Михайлович Достоевский[?] /ˈfʲodər mʲɪˈxajləvʲɪtɕ dəstɐˈjɛfskʲɪj  (Mosca, 11 novembre 1821San Pietroburgo, 28 gennaio 1881) Ritratto del 1872 ad opera di Vassilij Perov (Galleria Tret'jakov, Mosca).


Il conte di Cavour ha raggiunto quel che voleva, ha riunito l’Italia e che ne è risultato: per duemila anni l'Italia ha portato in sé un'idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un'idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l'idea dell'unione ...di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un'idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l'arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significalo mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l'Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È sorto un piccolo regno unito di second'ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, cedendola al più logoro principio borghese — la trentesima ripetizione di questo principio dal tempo della prima rivoluzione francese —un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un'unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e, soprattutto, soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!

Fëdor  Dostoevskji, Diario di uno scrittore, Maggio-Giugno 1877, capitolo II.