lunedì 12 marzo 2012

Luigi XIX° di Borbone-Francia: Il Re "contestato"


 File:Coat of Arms of the Bourbon Restoration (1815-30).svg

Luigi Antonio di Borbone-Francia, duca d'Angoulême e nel 1830 Luigi XIX° Re di Francia (Versailles, 6 agosto 1775Gorizia, 3 giugno 1844), era il primogenito del conte d'Artois, poi re Carlo X di Borbone-Francia, e di Maria Teresa di Savoia figlia di Vittorio Amedeo III° di Savoia.




File:AduC 014 Comte d'Artois (futur Charles X, 1757-1836.JPG
Il Conte d'Artois(futuro Carlo X°)

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Ritratto di Maria Teresa di Savoia con i figli. Sulla sinistra, inpiedi dietro la sorella minore, si può vedere il piccolo Luigi Antonio.


Ritratto dei figli del Conte d'Artois. Sulla destra si può vedere il piccolo Luigi Antonio

Luigi Antonio nacque  nella splendida Francia  dell' Ancien Régime , a Versailles, il 6 Agosto 1775. I primi anni di vita per lui furono caratterizzati da un forte amore ricevuto da entrambi i genitori, la madre si occupava del figlio sotto l'aspetto del comportamento da tenere in ambienti di corte imprimendo in lui quell'eleganza che lo caraterizzerà per tutta la vita , mentre il padre, Conte d'Artois, si occupava della sua educazione politica insegnandoli i principi del legittimismo e della Sacralità della Monarchia: E' pur vero che il Conte d'Artois si desse  spesso e volentieri a momenti di "pausa" dall'ambiente famigliare seducendo giovani e attraenti nobil'donne di corte e non solo, ma questo era un passa tempo assai limitato contrariamente a quello che la propaganda rivoluzionaria volle far credere. Questo "vizio" , del tutto normale per un'uomo di bell'aspetto e raffinata eleganza, non impedì al Conte d'Artois  di dedicare moltissimo tempo all'educazione del  primogenito Luigi Antonio.

Luigi Antonio nel 1785, all'età di 10 anni

All'età di 14 anni,  Luigi Antonio, si ritrovò travolto dalla tempesta rivoluzionaria. Già all'inizio degli eventi che portarono allo scoppio della infausta Rivoluzione Francese del 1789 Luigi Antonio corse parecchi pericoli, i volantini sovversivi e pieni di menzogne che circolavano per Parigi riportavano svariate dicerie sui fratelli del Re Luigi XVI°, Luigi Stanislao Saverio (futuro Luigi XVIII°) e Carlo Conte d'Artois(futuro Carlo X°). In questi volantini vi erano scritte storie su certi esorbitanti sprechi di denaro  da parte del Conte d'Artois per festini e orge , ma anche per arricchire le sue proprietà, tutto ciò, dicevano gli scritti sediziosi, usufruendo delle casse dello Stato. L'odio acceso negli animi degli stolti che credettero a tali menzogne fu tale che la famiglia del Conte d'Artois , e quindi anche Luigi Antonio, rischiò di essere aggredita più volte rischiando la  vita. La famiglia del Conte d'Artois venne fatta trasferire per espresso volere del Re Luigi XVI°.

File:Louis-Antoine d'Artois, duc d'Angouleme.jpg
Luigi Antonio

All'apertura degli Stati Generali , inaugurati nel Maggio 1789, vi partecipò il padre di Luigi Antonio , Conte d'Artois, che si mostrò uno degli esponenti della nobiltà giustamente più reazionaria, di quella che più tardi, sotto Luigi XVIII, si sarebbe guadagnata l'appellativo di "essere più realista del Re". Il 16 luglio 1789, a due giorni dalla presa della Bastiglia, Luigi Antonio,  lasciò la Francia insieme al padre e al resto della famiglia. Dal 1792 al 1797 prestò servizio nell'armata degli emigré guidata dal principe di Condé; successivamente fece parte dell'esercito Russo distinguendosi per atti d'eroismo e grande talento militare.
Il 10 giugno 1799, Luigi Antonio , all'età di 24 anni  sposò la cugina Maria Teresa Carlotta(così come era la volontà dei defunti genitori della sposa), primogenita e  unica figlia sopravvissuta di Luigi XVI ghigliottinato per volere della setta il 21 Gennaio 1793.

I Busti di: A sinistra Luigi Antonio, e a destra la moglie Maria Teresa Carlotta



Durante il periodo Napoleonico oltre a militare tra le fila degli eserciti della coalizione , passo molto tempo in Inghilterra. Nel 1814 ritornò in Francia con la famiglia e la moglie , e durante i cento giorni di Napoleone  li   si oppose energicamente al fianco del fratello Carlo e all'esercito fedele.

Carlo Ferdinando di Borbone-Francia, duca di Berry (Versailles, 24 gennaio 1778Parigi, 14 febbraio 1820), fratello minore di Luigi Antonio.


L'arrivo di Luigi Antonio e della moglie Maria Teresa nella città di Bordeaux il 5 Marzo 1815

Maria Teresa(a sinistra) e Luigi Antonio(a  destra) a Chartres nel 1823

Una volta sconfitto definitivamente Napoleone e  riportato l'ordine , Luigi Antonio continuò a servire nell'esercito Francese durante il Regno di suo zio Luigi XVIII° , e nel 1823 , a capo delle Regie truppe Francesi, partì per liberare la Spagna dal regime liberal-settario. Iniziò, così, l'intervento dell’esercito francese dei Centomila Figli di San Luigi, guidata dal duca d’Angoulême (Luigi Antonio) con l’obiettivo dichiarato di "preservare il trono di Spagna ad un discendente di Enrico IV e riconciliare quel bel regno con l’Europa" "nel nome di San Luigi".

Luigi Antonio con lo Stato Maggiore dell'esercito Regio Francese


La spedizione francese era estremamente numerosa, composta com'era da ben 95.000 uomini. Partita nella primavera del 1823, passò la frontiera sui Pirenei il 7 aprile,in località Bidasoa. Ebbe alcuni scontri con forze spagnole in Catalogna, comandate dal Francisco Espoz y Mina, il quale, però, non ebbe alcun sostegno dalla popolazione, fedele al governo legittimo, e fu forzato a ritirarsi.
Luigi Antonio , proseguì, quindi, una facile marcia sino a Madrid, raggiunta il 24 maggio, ove venne trionfalmente accolto.
Nel frattempo il governo liberale aveva preso formalmente prigioniero Ferdinando VII° e lo aveva condotto seco nella città-fortezza di Cadice, grande centro commerciale e centro della rivolta liberale settaria.

Ferdinando VII° di Borbone-Spagna, ritratto da Goya

Lì giunsero anche i francesi, che cominciarono un assedio, condotto con l’appoggio di una grandissima flotta, forte di  67 navi da battaglia. L'assedio si concluse il 31 agosto quando, dopo la vittoriosa conquista di due forti all’imbocco della penisola a 12 km da Cadice, nota come battaglia del Trocadero (cui partecipò anche, per volere del saggio Carlo Felice di Savoia,  Carlo Alberto di Savoia-Carignano), i sovversivi  vennero costretti alla capitolazione.


Pianta di Cadice, 1888

Luigi Antonio Gran Maresciallo di Francia a Cavallo(1823 ca)

I relativi patti prevedevano che Ferdinando VII° avrebbe mantenuto la costituzione e rinunciato alla vendetta. Per l'incolumità del Sovrano Spagnolo furono accettate le condizioni e in cambio venne liberato Ferdinando VII°, e la città consegnata senza ulteriori spargimenti di sangue.
La Francia aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi. Luigi XVIII, grazie all'importante contributo del nipote Luigi Antonio, era riuscito laddove persino Napoleone aveva fallito. Chateaubriand, ambasciatore in Spagna al seguito del corpo di spedizione, avrebbe commentato nelle sue 'Memorie d’Oltre Tomba': Attraversare d’un passo le Spagne, riuscire dove Buonaparte aveva fallito, trionfare sullo stesso suolo ove le armi dell’uomo fantastico aveva subito dei rovesci, fare in sei mesi quel che lui non aveva potuto fare in sette anni, era un vero prodigio!. E l’esercito, composto anche da soldati che avevano militato nell'esercito imperiale, aveva seguito fedelmente e giustamente un Borbone.
Al ritorno a Parigi, Luigi Antonio venne acclamato dalle folle: la monarchia dei Borbone-Francia acquisiva un rinnovato prestigio, mentre  rientrava da protagonista nella grande politica europea.


Luigi XVIII° di Borbone-Francia, zio di Luigi Antonio


File:Louis-Antoine, Duke of Angouleme - Lawrence 1825.jpg
 Luigi Antonio  nel 1825

Nel 1824, alla morte del Re Luigi XVIII°, il padre di Luigi Antonio  divenne Re e lui Delfino di Francia. Il padre di Luigi Antonio, ora Carlo X°, già dalla sua incoronazione mostrò l'intento di riportare la corona francese e tutta la Francia allo splendore dell'Ancien régime , ma purtroppo la setta tramava nell'ombra, e come di sua antica usanza, si infiltrava all'interno degli organi Statali compreso il Parlamento. Il Re Carlo X° , che mostrò sempre un'accesa diffidenza nei confronti dei liberali affermando apertamente che, "Ogni concessione fatta ai liberali torna inutile", e così fu. Nel 1830 il Re si oppose fortemente alla prepotenza liberale che era intenta , come al solito, ad infangare e a cercare di abbattere l'Altare attraverso scritti che screditavano e offendevano apertamente la Chiesa Cattolica. Questo era intollerabile per Carlo X° che, senza calpestare la Carta del 1814, limitò la libertà di stampa vietando di offendere la religione di Stato, tanto bastò per far scattare il piano rivoluzionario della  setta. Il 27, 28 e 29 luglio 1830 vennero fatti scoppiare dei disordini a Parigi per mano della setta .

Immagine di propaganda settaria della "Rivoluzione di Luglio" del 1830

Nonostante ciò Carlo X° godeva dell'appoggio di gran parte della popolazione e dell'esercito, avrebbe potuto rientrare da vincitore nella Capitale senza problemi, ma egli si rifiutò di far scorrere il sangue dei Francesi, così decise di abdicare , il 2 agosto 1830,  in favore del nipote , il figlio del fratello minore Enrico Conte di Chambord, ma da prima la successione passo al  figlio Luigi Antonio che prese il nome Luigi XIX°, ma il padre insistette nel fargli firmare la rinuncia al Trono in favore del nipote  nel tentativo di salvare la situazione. Egli passo i suoi istanti da sovrano(circa 20 minuti in maniera angosciata, molti quesiti affollavano la sua mente, rinunciare? o iniziare una guerra Civile?, alla fine fece una scelta dolorosa ma saggia, rinunciò al Trono in favore del nipote Enrico , che divenne Enrico V°. La Camera dei Pari di Francia, infestata da agenti della setta, non ratificò le due abdicazioni successive e chiamò al trono, in modo totalmente illegittimo, il cugino usurpatore Luigi Filippo di Borbone-Orleans: perciò il 2 agosto dello stesso anno, Luigi Antonio andò in esilio con la famiglia.

File:Louis antoine artois.jpg


File:Duc de Bordeaux.jpg
Il giovanissimo Enrico Carlo Ferdinando Maria Deodato Conte di  Chambord(Enrico V°)


Il brevissimo lasso di tempo intercorso fra i due atti a favore di Enrico, fecero sostenere  che in quei minuti Luigi Antonio avesse assunto la dignità regale. Tale teoria è tuttavia descritta come  insostenibile sotto tutti i punti di vista da alcune correnti di pensiero:


  • da un punto di vista legittimista, infatti, bisogna osservare come la figura dell'abdicazione non fosse mai esistita in Francia in quanto negata dalle norme consuetudinarie del Regno. La Corona non era vista come una carica disponibile, ma come una grazia divina: il trono si considerava assegnato per volontà di Dio, la quale non poteva essere modificata neppure dal re stesso. Emblematico in tal senso fu l'annullamento del testamento di Carlo VI a favore di Enrico VI d'Inghilterra: più che con la follia del sovrano, il mancato riconoscimento dell'atto e la conseguente incoronazione di Carlo VII furono giustificate proprio con l'impossibilità anche per il re di modificare la linea di successione al trono stabilita dalla Volontà celeste per il tramite della primogenitura. Per i legittimisti la Corona per nove secoli da Ugo Capeto a Carlo X non era passata dal sovrano al suo naturale erede al trono se non in forza della morte del re, e ciò senza eccezione alcuna.




  • da un punto di vista legalista la questione è ancora più semplice. L'abdicazione di Carlo X avvenne infatti a favore di Enrico, e non di Luigi Antonio, che quindi fu escluso anche se si volesse parificare il trono ad una proprietà privata disponibile.



  • Il tempo risolse le varie interpretazioni che dividevano il campo legittimista Francese . Se la morte del padre Carlo X, avvenuta nel 1836, contribuì ad incrementare i diversi punti di vista, coi legittimisti più intransigenti che vedevano in Luigi Antonio il nuovo sovrano col titolo di Luigi XIX, mentre quelli legalisti, che con il legittimismo hanno poco a che fare, si richiamavano al testo abdicatario per riconoscere in Enrico il vero pretendente, la morte di Luigi Antonio in esilio nel 1844 senza eredi ricucì lo scisma, con Enrico a quel punto unico erede sotto tutti i punti di vista.

    Nonostante a Luigi Antonio venga contestata la nomina Regale di Luigi XIX° egli per forza di cose lo fu . Bisogna tenere conto della situazione critica in cui si svolsero i fatti  e anche se, Luigi Antonio Regno per pochi minuti , per come gestì la situazione con mente lucida e saggezza, è pienamente degno di esser riconosciuto come Luigi XIX°.


    Palazzo coronini a Gorizia, l'ultima residenza di Luigi Antonio

    Luigi Antonio passo il resto della sua vita a Gorizia , cercando, per molto tempo,  appoggi diplomatici alla causa legittimista in favore del nipote. Non ebbe purtroppo  figli a causa dei problemi causati alla moglie dalle sevizie subite durante la Rivoluzione Francese . Assistette il padre sul letto di morte , standoli a fianco nel momento del trapasso avvenuto il 6 novembre 1836 per via del Colera. Gli ultimi anni trascorsero in maniera tranquilla per  l'ormai 61enne Luigi Antonio, passava le giornate facendo lunghe passeggiate per la verdeggiante campagna , leggendo libri e incontrando sporadicamente persone estranee alla sua famiglia. Continuò l'educazione del nipote Enrico V° , educazione iniziata dal padre. I giorni passavano e la vitalità della sua gioventù spariva inesorabilmente, e all'età di 69 anni , il 3 Giugno 1844, morì in silenzio , per lui non ci furono onoranze degne di un uomo della sua levatura morale che tanto lo aveva caratterizzato in vita. Il penultimo dei Borbone-Francia si spegneva.  
    Venne sepolto nella cripta del Convento di Castagnavizza accanto alla moglie e al padre Carlo X,  assieme ad Enrico V°, alla moglie di quest'ultimo e a sua sorella, Luisa Maria, ultima duchessa regnante di Parma. Durante la prima guerra mondiale l'imperatrice d'Austria, Zita di Borbone-Parma, fece trasportare le salme a Vienna, ma una clausola del trattato di pace con l'illegittimo Regno d'Italia impose, per motivi ignoti, la restituzione delle stesse. Castagnavizza si trova infatti su una collina prospiciente Gorizia, collina che ricade ora in Slovenia a Nova Gorica, a pochi metri dal confine con l'illegittima repubblica Italiana a seguito delle clausole del Trattato di pace del 1947. Gorizia fu infatti l'ultima residenza d'esilio di Luigi Antonio e ovviamente di  Carlo X° e della sua famiglia.

    File:Grab Ludwig XIX.jpg
    Il Sarcofago contenente le spoglie di Luigi XIX° nella cripta del Convento di Castagnavizza.

    Conclusioni:

    La figura di Luigi Antonio è contestata da alcune persone, però ,  nonostante le  tesi esposte in precedenza che  screditano ingiustamente il riconoscimento di Luigi Antonio come Luigi XIX°,  da più parti si considera che nell'atto e nell'arco di tempo delle due abdicazioni del padre e di lui in favore del piccolo Enrico, lui abbia maturato la dignità regale titolare, considerando quindi egli come "Luigi XIX".
    Sinceramente  e obbiettivamente io lo considero a tutti gli effetti degno di essere ricordato e riconosciuto come Luigi XIX°.


    Fonti:

    Wikipedia

    Circoli Monarchici Francesi



    Scritto da:

    Il Principe dei Reazionari