martedì 13 dicembre 2011

Casa Savoia.

Conte Umberto I Biancamano , capostipite di casa Savoia.

Nel corso dell' X secolo il Conte Umberto I Biancamano fu investito della Contea di Savoia ed in seguito del Chiablese, di Aosta e di altre terre al confine tra le attuali Francia e Italia: era l'inizio della storia di Casa Savoia, una famiglia destinata a governare quasi mille anni. Nel 1416 Amedeo VII ottenne dall'Imperatore Sigismondo il titolo ducale, e dopo la guerra di successione spagnola la Casata ottenne l'agognato titolo regio, grazie all'acquisizione della Sicilia (poi scambiata per la Sardegna con gli Asburgo). Fin dalle origini, ed in misura sempre maggiore col passare del tempo, il governo dei Savoia si è progressivamente emancipato dal'Impero (del quale tuttavia rimarrà per secoli formalmente vassallo) costituendo uno stato centralizzato e moderno, sul modello della monarchia francese. Tra le figure più prestigiose della famiglia ricordiamo Emanuele Filiberto (1528-1580), noto come "restauratore dello stato" perchè seppe destreggiarsi con grande abilità tra spagnoli e francesi durante le guerre d'Italia, ed al termine di queste, con la pace di Cateau-Cambresis (1559) riottenne quasi tutte le terre avite occupate negli anni precedenti. Egli dimostrò grandi doti militari: fu lui ad infliggere ai francesi, in quel di San Quintino, la sconfitta decisiva (1557). Ed inoltre proseguì la tendenza dei suoi predecessori all'unificazione e centralizzazione dei domini, rivelando anche grandi doti politico-amministrative. Eugenio di Savoia (1663-1736) è stato invece uno dei più grandi condottieri di ogni tempo. Entrato giovanissimo al servizio degli Asburgo, partecipa alla battaglia di Vienna ed in seguito intraprende una sfolgorante carriera nell'esercito imperiale, fino a diventarne comandante generale, alla vigilia della battaglia di Zenta (1697): in quell'occasione i suoi 30000 imperiali sbaragliarono l'esercito turco forte di 100000 uomini ! E' in seguito a quella battaglia che l'Austria riotterrà la Transilvania, la Croazia e la Slavonia. Con Eugenio, un militare italiano al servizio dell'Impero plurinazionale asburgico, ed impegnato contro i turchi ed i loro alleati francesi, (pronti a tradire l'idea di Europa per inseguire i loro egoistici interessi particolari) ha brillato una stella impregnata di spirito imperiale ed europeo: il filosofo Julius Evola, in un saggio del 1943, lo ricorderà così: " ... in Eugenio di Savoia si è dimostrata la possibilità di un’integrazione dell’elemento italiano e latino con quello germanico, assumente senz’altro un valore europeo. Dopo il medioevo dantesco e ghibellino, il principe Eugenio è una delle poche figure, nelle quali è apparso chiaro ciò che un tale incrocio può significare ai fini, appunto, di un’idea supernazionale occidentale, legata al simbolo dell’impero..."   e ancora "...va a sentire come patria adottiva sempre più l’Austria, la quale pertanto, in quel periodo, non si presentava come una particolare nazione, bensì come l’erede dell’idea supernazionale del Sacro Romano Impero e quindi come il custode della stessa tradizione europea di là dalla crisi rappresentata dalla Riforma..."

Vienna : statua equestre di Eugenio di Savoia.



Nel 1831, con la morte di Re Carlo Felice, si estingue la linea principale e prende il potere il ramo dei Savoia-Carignano di Carlo Alberto. La sua famiglia, liberale  e filo-francese, quando lui era ancora bambino, non volle seguire il devoto Re Carlo Emanuele IV nell'esilio in Sardegna ma rimase nel Piemonte occupato dai napoleonici, coi quali - si dice- si univano allegramente nel cantare le canzoni simbolo della rivoluzione e  del giacobinismo !  Cresciuto da cotanti genitori, non ci stupiamo se Carlo Alberto ed il figlio Vittorio Emanuele II saranno i protagonisti del risorgimento nazionale italiano, in combutta con massonieria, sette segrete ed inglesi. A questo punto sorvoliamo su vicende che abbiamo conosciuto fin troppo bene: la retorica del "grido di dolore", la "liberazione" degli altri italiani, la Patria unita ecc ecc... e su tutto ciò che questi Savoia non hanno fatto scrivere sui libri di storia (persecuzioni, plebisciti farsa..) e facciamo alcune considerazioni. In primo luogo, il rapidissimo excursus dimostra che Casa Savoia ha generato dal suo seno uomini degnissimi e onorevolissimi, e che in generale è stata un'ottima dinastia per ottocento anni, cioè fino all'estinzione del suo ramo principale nel 1831. Quello che è accaduto dopo è un'altra storia: Vittorio Emanuele II, purtoppo ancora ricordato positivamente come "Padre della Patria" è il persecutore di migliaia di meridionali che non accettarono la sua dittatura, e cosa forse ancora peggiore ma ad essa collegata, è il Re sotto il cui governo avviene la piemontesificazione dell'intera penisola (con tutto ciò che ha comportato e che noi già sappiamo). Umberto I invece è ricordato principalmente per aver decorato l'ufficiale Baccaris, l'uomo che aveva fatto sparare sulla folla che chiedeva solo del pane, a Milano. Dulcis in fundo, Re Vittorio Emanuele III ha compiuto il crimine di condurre, con un colpo di stato, il paese nella carneficina della prima guerra mondiale, ancora una volta ( tale nonno tale nipote) in combutta con inglesi e massoneria. A dispetto non solo della volontà della maggioranza degli italiani, ma anche contro la volontà del parlamento. Abbiamo visto dunque come la maggior parte dei crimini di questi Re sia compiuta a cavallo tra '800 e '900, ma gli italiani sembrano non esserne consapevoli: in gran parte il nostro popolo è ancora imbevuto di retorica risorgimentale, la bandiera, l'inno, Garibaldi, la grande guerra vittoriosa... Interpellato in questo senso, l'italiano medio argomenterebbe che i crimini maggiori dei Savoia, cui sono grati per aver unificato la nazione ecc ecc, sono tutti legati al periodo fascista. In primo luogo nell'aver permesso l'ascesa stessa del movimento,e poi per averlo assecondato fino al dramma del secondo conflitto mondiale. Non trovo condivisibile questa impostazione, dovuta al fatto che, comunque sia, " la colpa è sempre di chi perde": i Savoia hanno vinto durante il risorgimento e la I g.m? Allora erano "bravi". Poi, insieme al fascismo, sono stati sconfitti ? Allora sono diventati cattivi. In realtà diversi storici (cfr Rauti-Sermonti, Storia del Fascismo) hanno criticato l'assunto in base al quale il Re avrebbe potuto respingere gli squadristi, nel '22. Il fascismo godeva dell'appoggio di molti militari, gli squadristi giunti a Roma erano probabilmente più di quelli che si dice ed inoltre se il Re non avesse dato a Mussolini l'incarico di formare il governo avrebbe avuto problemi anche perchè suo cugino era invece fascistissimo . Di certo poi, durante gli anni del regime, la Monarchia ha contribuito, per la sua stessa esistenza, a frenare la tentazione totalitaria del regime stesso. Su queste tesi credo che bisognerebbe discutere molto più di quanto non si sia ancora fatto. Ultimo, vergognoso e ingiustificabile gesto di Vittorio Emanuele III è comunque la fuga a Brindisi, ma su questo punto sorvolerei e concluderei rendendo un omaggio ideale a Umberto II, Re di maggio, che ha forse riscattato i vergognosi decenni precedenti con il nobile gesto di accettare l'esilio all'indmoani del referendum del 2 giugno nonstante fosse quantomeno molto probabile che la monarchia avesse preso più voti della repubblica. Così facendo, ha probabilmente evitato una guerra civile dai certi esiti disastrosi per un paese già prostrato dai lutti della seconda guerra mondiale.