venerdì 18 novembre 2011

Liberalismo: male assoluto.



La definizione di liberalismo che dà l’Enciclopedia Universale Garzanti è:“concezione etico-politica che rivendica la libertà d’azione degli individui nella società”. Fin qui nulla da dire. Se però andiamo a vedere cosa è diventato il liberalismo nei secoli fino ad oggi, vediamo che è stato ed è l’origine di molti mali presenti nella società passata e presente. Seppur la “Garzantina” riconduce l’inizio della storia di questo concetto nei secoli XVI-XVII, personalmente ritengo che il suo vero inizio debba farsi risalire al periodo della Rivoluzione Francese, il cui motto era (come tutti sappiamo): Libertè, Egalitè, Fraternitè che, a parer mio, ben riassume cosa sia diventato il liberalismo: libertà sfrenata in tutto e per tutto che viene sfruttata dai potenti per renderci tutti uguali, a loro vantaggio, attraverso la scusa della fraternità tra i popoli. A conferma di questo bisogna ricordare che Napoleone, una volta conquistato il potere con la forza, si gettò alla conquista dell’Europa, dell’Africa e (ci provò) della Russia portando ovunque, non certo con metodi democratici, i principi rivoluzionari al solo scopo di meglio soggiogare i suoi nuovi sudditi. La Chiesa ha sempre condannato il liberalismo e i suoi eccessi, in particolare attraverso S.S. Pio IX che nel “Sillabo” (lista di 80 errori filosofici ed etico-politici) del 1864, nella X sezione intitolata “Errori che si riferiscono all’odierno liberalismo” dichiarò errati i seguenti enunciati:
- In questa nostra età non conviene più che la religione cattolica si ritenga come l’unica religione dello Stato, esclusi tutti gli altri culti, quali che si vogliano.
- Però lodevolmente in alcuni paesi cattolici si è stabilito per legge che a coloro i quali vi si recano, sia lecito avere pubblico esercizio del culto proprio di ciascuno.
- E’ assolutamente falso che la libertà civile di qualsivoglia culto, e similmente l’ampia facoltà a tutti concessa di manifestare qualunque opinione e qualsiasi pensiero palesemente ed in pubblico, conduca a corrompere più facilmente i costumi e gli animi dei popoli, e a diffondere la peste dell’indifferentismo.
- Il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà.
Ancora Pio IX nell’Enciclica “Quanta cura”, che accompagnava il Sillabo, ebbe a dire contro la libertà di religione, che il liberalismo ereditò dai principi del libero esame e della libertà di coscienza postulati dalla riforma protestante, quanto segue:” Contro la dottrina della Sacra Scrittura, della Chiesa e dei Santi Padri, affermano senza esitazione: la miglior condizione della società è quella in cui non si riconosce al potere politico il dovere di reprimere con delle pene legali i violatori della religione cattolica, […] In conseguenza di questa idea assolutamente falsa del governo sociale, non esitano a favorire questa opinione erronea- non ve ne può essere una più fatale per la Chiesa cattolica e per la salvezza delle anime e che il Nostro predecessore Gregorio XVI definiva un delirio- cioè che la libertà di coscienza e dei culti è un diritto proprio ad ogni uomo, che dev’essere garantito e proclamato in ogni società ben costituita”. Quindi nel Sillabo e in Quanta cura Pio IX condannò esplicitamente i “valori” liberali (passati e presenti) di: libertà religiosa, libertà d’opinione, laicità dello Stato, separazione della Chiesa dallo Stato e viceversa (altro che“libera Chiesa in libero Stato”come sosteneva Cavour), divorzio, aborto e così via. La Chiesa si è sempre scagliata anche contro i cattolici-liberali, alla don Sturzo, che si rifacevano a certi principi liberali e giacobini: San Pio X li condannò come modernisti dicendo che rappresentavano la sintesi di tutte le eresie. Purtroppo i modernisti sono diventati maggioranza nell’infausto Concilio Vaticano II e oggigiorno si sente colui che dovrebbe essere il Papa fare l’apologia della libertà religiosa e della laicità dello Stato, in piena contraddizione con il Magistero Cattolico di sempre. Tornando agli antichi fasti di Santa Romana Chiesa , dobbiamo sottolineare come anche Pio XII si unì ai suoi predecessori nel condannare il liberalismo e i suoi valori, per esempio con la frase:”Quel che non corrisponde alla verità e alla legge morale non ha nessun diritto all’esistenza, alla propaganda e all’azione”. Anche chi è lontano dal cattolicesimo integrale non può comunque negare gli effetti nefasti dell’ideologia liberale. La libertà di pensiero lascia liberi tutti di esprimersi come si preferisce. Poco importa se comunisti, omosessuali, islamici, radicali, massoni e via dicendo ne approfittano per attaccare la religione cattolica (sola e unica religione sempre bistrattata e che non può mai avvalersi di questa libertà) e per insinuare falsi e pericolosi valori nelle menti dei più deboli, innanzitutto dei bambini: prostituzione e pornografia, adulterio, divorzio, aborto, omosessualità e chi più ne ha più ne metta sono tollerati e, anzi, elogiati come valori e diritti fondamentali dell’uomo. La libertà di religione provoca problemi non solo per quanto riguarda la nostra religione, ma anche nella nostra società. Infatti l’invasione che l’Europa sta subendo da parte di popolazioni soprattutto africane ed asiatiche (per la maggior parte non cattoliche quindi) è causata anche da questa malsana libertà e dal buonismo esasperato che da essa deriva, senza dimenticare l’ecumenismo multireligioso di stampo cattolico-liberale post-Vaticano II. Anche l’aborto, altro cavallo di battaglia del liberalismo di ogni epoca, è una concausa di questa invasione, perché senza coloro che non sono potuti nascere per colpa di questa idea omicida, gli imprenditori d’oggidì sono costretti, data la mancanza di manodopera autoctona appunto, a ricorrere ai lavoratori stranieri. Pure la laicità dello Stato è deleteria per la nostra società perché essa porta al laicismo che tende a distruggere qualsiasi valore derivante dalla nostra fede, compresi quelli riconosciuti positivamente anche dagli atei e dai fedeli di altre religioni, solo perché sono di origine cristiana, dimenticando la celebre frase di Benedetto Croce (grande liberale):”Non possiamo non dirci cristiani” , il quale intendeva dire con questo che anche chi non è cristiano è comunque immerso in una storia, cultura e civiltà profondamente cristiana che sarebbe pazzesco distruggere. Il divorzio è sfruttato, insieme all’aborto, per distruggere la famiglia, sempre odiata da massoni e comunisti che, magari implicitamente (ma non tanto), si rifanno a molte (per non dire tutte) idee liberali. Sempre più, infatti, assistiamo al disfacimento di famiglie soltanto a pochi mesi dal matrimonio, e come conseguenze di questo fatto sono in continuo aumento le depressioni, gli omicidi tra coniugi e dei figli da parte dei genitori separati, disturbi psichici nei bambini che sono costretti a vivere con un solo genitore, causa l’affidamento esclusivo, e che magari vedono i propri genitori che si rifanno una famiglia con persone che, per loro, saranno sempre degli estranei. Anche il fatto che esistano persone e movimenti (vedi i radicali) che chiedono la liberalizzazione di droghe e sostanze stupefacenti, che uccidono i nostri giovani e distruggono la vita dei loro cari, è una conseguenza dell’ideologia liberale. Così come liberale è il buonismo nei confronti dei delinquenti, che sono sempre più protetti a discapito delle persone oneste che subiscono ogni sorta di violenza in quantità sempre maggiore e non si vedono neppure fatta giustizia perché i magistrati ipergarantisti pensano solo a scarcerare Caino il più presto possibile disinteressandosi del fatto che Abele possa subire ancora le stesse violenze. Un tempo esisteva anche da noi la pena di morte, che era applicata non per crudeltà ma in difesa dei più deboli, affinché non tornassero sotto le grinfie di coloro che avevano già fatto loro del male. Pio XII e Gianfranco Miglio sono solo due dei moltissimi autorevoli personaggi ed intellettuali che in ogni epoca hanno sostenuto e sostengono ancora l’utilità e la giustezza della pena di morte, ma questo non è bastato ai soloni liberali che l’hanno eliminata dagli ordinamenti italiano e di molti altri paesi occidentali. Tra i “frutti” del liberalismo non possiamo dimenticare il femminismo che , per citare solo alcune delle sue colpe, si è sempre fatto promotore del divorzio, dell’aborto e del libero uso dei contraccettivi. Il movimento femminista da sempre si batte per ottenere la parità tra uomo e donna nella famiglia e nella società: questo è giusto se rimane entro certi limiti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esiste un ordine naturale per cui l’uomo da sempre è gerarchicamente superiore alla donna: questo non vuol essere un discorso razzista o sessista, ma intende solo ricordare come stanno veramente le cose. Chi è cristiano non può dimenticare la frase contenuta nella Bibbia:”…e voi donne state sottomesse ai mariti”, e chi cristiano non è non può negare che se da sempre, fin dai nostri progenitori, in ogni civiltà che sia vissuta e vive sulla faccia della terra l’uomo è sempre, ripeto gerarchicamente, superiore alla donna un motivo pure ci sarà: appunto l’ordine naturale. E’ giustissimo che la donna abbia certi diritti come ce li ha l’uomo, ma c’è un limite a tutto. Conseguenza principale di questa mentalità liberal-femminista è che la donna ormai pensa quasi esclusivamente alla carriera e sempre meno alla famiglia, aiutata in questo dalla società di oggi. Questo però comporta che sempre più spesso quando le donne in carriera, senza figli, arrivano ad una certa età anche molto avanzata, si accorgono di essere incomplete perché la donna esiste soprattutto per essere madre, e conseguentemente molte di esse ricorrono all’inseminazione artificiale pur di avere un figlio (ricordo il caso di una donna tedesca che ha partorito un figlio, a più di sessant’anni d’età, ricorrendo a questa tecnica). Coloro invece che, pur essendo in carriera, hanno anche una famiglia e dei figli sono ridotte ad una condizione di vera e propria schiavitù perché devono badare sia al lavoro che ai propri cari, senza praticamente avere mai un po’ di libertà. Anche economicamente il liberalismo provoca moltissimi danni perché, attraverso il liberismo, ha dato vita alla globalizzazione che sta sempre più distruggendo le nostre economie in favore di poche altre. Non possiamo nemmeno dimenticare, infine, che materialismo e consumismo, che stanno sempre più prendendo il posto del trascendente e dei buoni, giusti e santi valori di sempre (addirittura in due pubblicità natalizie hanno osato storpiare le parole Christmas ed Epifania, chiamandoli ChristMARS e HAPPYfania, per l’avidità di denaro che caratterizza i padroni delle multinazionali), sono causati anch’essi dall’ideologia liberale.
Potrei continuare ad illustrare i danni e le colpe del liberalismo dalle origini fino ad oggi, ma quello che ho esposto in questo articolo credo sia sufficiente a dimostrare che il LIBERALISMO E’ IL MALE ASSOLUTO.