sabato 15 ottobre 2011

Generale Matteo Negri, un eroe siciliano al servizio del legittimo Regno delle Due Sicilie.

(Palermo, 21 giugno 1818 – Garigliano, 29 ottobre 1860)



Il 29 ottobre del 1860, centocinquantuno anni or sono, cadeva da eroe, sul ponte del Garigliano, difendendo l’arretramento difensivo dell’armata reale, il generale di Brigata Matteo Negri.

Nato a Palermo il 21 giugno 1818, primo di sei figli, dall’allora capitano Michele Negri, dei baroni di Paternò, e di Maria Antonia Termini dei duchi di Vaticani, entrò nel Real Collegio Militare della Nunziatella a soli 14 anni, il primo di ottobre del 1832. Ne uscì Alfiere dell’arma di Artiglieria il 1° marzo 1839.

Dotato di grande intelligenza, si dedicò allo studio della sua specialità e pubblicò testi di alto valore scientifico sulle nuove bocche da fuoco e sui fucili a canna rigata. Bruciò le tappe di una carriera più unica che rara. L’otto agosto del 1860 è promosso tenente colonnello ed il 7 settembre raggiunge Capua per obbedire al Sovrano.
Il nuovo comandante dell’Esercito Napolitano, generale Giosuè Ritucci, lo volle con sé, nominandolo sottocapo di Stato Maggiore. Il 19 settembre i garibaldini attaccarono su tutta la linea la piazza di Capua e Matteo Negri, comandando le artiglierie, diede prova di grande valore. Il 1° ottobre ancora onore e gloria per Matteo Negri. Il capitano Ludovico Quandel così lo definì: “Bravissimo sia per le cognizioni che possiede quanto per la fermezza e coraggio di cui è dotato, sarebbe stato utilissimo all’Esercito se i suoi consigli dati con militare franchezza fossero stati uditi. Egli però aveva trovati oppositori molti e tentennamenti oltremodo nocivi. Aveva ricevuto il comando superiore delle Batterie ed era perciò stato quasi allontanato dai consigli di guerra, sbaglio gravissimo e non solo”.

Il 18 ottobre l’esercito piemontese, forte di oltre quarantamila uomini, in violazione ai vigenti trattati di pace, attraversò la frontiera del regno, dagli Abruzzi, per soccorrere l’Esercito Meridionale di Garibaldi. L’avvenimento pose l’Esercito Napolitano nell’impossibilità di restare, in una stretta difensiva, al di là del Volturno presso la piazza di Capua. Fu perciò necessario farlo ritirare dietro un’altra linea difensiva più adatta alle nuove condizioni di forza.

Matteo Negri intanto è stato promosso colonnello e subito dopo Generale di Brigata. Dal 20 al 28 ottobre organizza l’arretramento difensivo di circa 19.000 uomini combattenti delle tre armi dell’esercito dal Volturno al Garigliano per stabilire la nuova linea di resistenza delle forze Napolitane.

Negli ultimi giorni di ottobre, il generale Cialdini, con una azione a sorpresa, cercò di passare il Garigliano con due reggimenti di lancieri, un reggimento di dragoni, 4 battaglioni di bersaglieri, appoggiati da 8 pezzi di artiglieria. In tutto poco più di 3.000 uomini. Il ponte in ferro sul Garigliano era difeso dal 3° e 4° Cacciatori e da un Battaglione del 3° di Linea, con il 14° Cacciatori di rincalzo, appoggiati da 24 cannoni da campo ed 8 pezzi da montagna. Sulla riva sinistra era in posizione avanzata il 2° Cacciatori con un paio di squadroni di Lancieri ed uno del 1° Ussari. Il Generale Matteo Negri aveva il comando dell’Artiglieria ed il generale Colonna il comando superiore. In questo scenario, il generale Matteo Negri viene mortalmente ferito in più parti del corpo. Noncurante delle gravi ferite continua a dare ordini, garantendo il passaggio dell’armata. Infatti, l’attacco frontale piemontese fu respinto e l’Armata Napolitana potè ripiegare, ordinatamente, verso Gaeta. Poco prima di spirare, mentre il cannone tuona vicino a lui, è attorniato dai primi soccorritori: il capitano Ludovico Quandel, il conte di Caserta Alfonso di Borbone, il capitano Raffaele D’Agostino. Tutto è ormai inutile. Il generale Negri rende l’anima a Dio confortato dai commilitoni.

Il Re Francesco II, appresa la ferale notizia stabilì: "Le sue rare virtù lo rendono degno di essere ricordato alla posterità; però dopo che avrà ricevuto in questa Piazza gli onori funebri, che troppo gli sono dovuti, saranno le spoglie racchiuse in un sepolcrale monumento che sarà eretto in questo Duomo".